Pare una singolare fatalità che nel ’77-’78, in Gran Bretagna, il punk scivoli nel postpunk abbracciando innumerevoli nuove modalità espressive ispirate al dub, al jazz, all’etnica a a ogni sorta di avanguardia, e contemporaneamente nuovi modelli di sintetizzatori, batterie elettroniche e drum machine siano resi disponibili a prezzi molto più accessibili, permettendo all’artista senza molti mezzi di dare sfogo alle più sfrenate fantasie elettroniche. Le ambizioni elettroniche di molti musicisti britannici sono del resto radicate nella diffusa fascinazione per i Kraftwerk e il precedente rock elettronico tedesco , per Moroder e l’eurodisco, o per i primi due album della Trilogia Berlinese di Bowie. Ne germina un universo frastagliato dalle diverse e più curiose origini, ma che si salda in una sorta di movimento che per un momento ha una sua direzione comune nella confezione di un pop elettronico perlopiù algido austero e futuristico, mentre dall’80 a metà decennio si prenderanno via via direzioni più rilassate e/o glamour.

NELLA QUADRUPLA compilation, la suddetta eterogeneità di provenienze da luogo a una sorta di puzzle o caccia al tesoro, essendo l’unica discriminante per i brani della release l’essere stati pubblicati da label indipendenti. Sono presenti artisti legati all’universo industrial, dagli Human League prima del grande successo a Daniel Miller alias The Normal con Warm Leatherette, dal celebre doppio A-Side del ’78, T.V.O.D./Warm Leatherette che grazie alla migliaia di copie vendute gli consentirà di fondare la Mute mettendo sotto contratto il geniale e sfortunato Fad Gadget (qui presente con Ricky’s Hand), ma anche Colin Potter o un Alex Fergusson solista che da lì poco entrerà negli Psychic Tv. Si contano inoltre musicisti che sviluppano o svilupperanno un cosmo sonoro in qualche modo esoterico e/o mistico-sperimentale, come Edward Ka-Spel, qui con due splendidi pezzi, uno con i suoi Legendary Pink Dots, uno dal suo primo EP solista e gli Eyeless In Gaza. Altri provengono in qualche modo dal glam. Fra tracce di artisti di grande o media notorietà e semi-ignoti di culto, il box colleziona una serie di perle come l’oscura Morrisoniana Hope Deep Inside degli Schleimer K o la semi-sperimentale Your Love Is Like A Slug dei Bodhi-Beat Poets, solo per citarne due. Ma in quasi ogni pezzo della raccolta è presente una rara intuizione, un dettaglio abbagliante, una sincronia improvvisa e irripetibile, sicché la release si rivela un ottimo viatico (per quanto assolutamente non esaustivo) per chi voglia iniziare a conoscere il lato più underground del synthpop britannico e un must per appassionati e collezionisti.