Pare una singolare fatalità che nel ’77-’78, in Gran Bretagna, il punk scivoli nel postpunk abbracciando innumerevoli nuove modalità espressive ispirate al dub, al jazz, all’etnica a a ogni sorta di avanguardia, e contemporaneamente nuovi modelli di sintetizzatori, batterie elettroniche e drum machine siano resi disponibili a prezzi molto più accessibili, permettendo all’artista senza molti mezzi di dare sfogo alle più sfrenate fantasie elettroniche. Le ambizioni elettroniche di molti musicisti britannici sono del resto radicate nella diffusa fascinazione per i Kraftwerk e il precedente rock elettronico tedesco , per Moroder e l’eurodisco, o per i primi due album della Trilogia...