Lo sguardo di una donna che spia dietro una tenda una classe di bambini delle elementari, la lezione con la loro maestra, i loro canti. A nostra volta la vediamo così, che osserva nascosta, intenta a imparare a mezza voce, a rubare scampoli di quella scuola che, causa matrimonio precoce e maternità, le è mancata troppo presto. Siamo nella Cina rurale, e lei si specchia nelle splendide montagne e nei campi, nei voli degli uccelli, in una lettera che ha dentro e che vorrebbe imparare a scrivere al marito, emigrato per lavoro, grazie all’aiuto della giovane maestra: tentativi di scrittura falliti ai suoi piedi e il capo chino su un minuscolo tavolino dove si esercita. E ancora confidenze con la nuova amica nella levità del sole e di teli colorati, resti di una festa di paese, un doloroso equivoco e mani che strappano la lettera, mentre altre la sottraggono al vento e la rammendano …
Sono flussi visionari poetici tratti da My dear Dorje di Yao Wang (Hong Kong), raffinato corto tra i 30 che compongono il concorso Internazionale del Ca’Foscari Short Film Festival, dal 15 al 18 all’Auditorium Santa Margherita a Venezia. Multiforme il programma della manifestazione diretta da Roberta Novielli e dedicata alle scuole di cinema del mondo – 25 le nazionalità in gioco – (Tra le proposte una masterclass con Takahashi Hiroshi, sceneggiatore di Ring, un omaggio a Giorgio Carpentieri, tra l’altro autore del manifesto del festival, ma anche il cinema svizzero delle origini e gli spot pubblicitari, animazione e videoarte …).
Tra le opere, insieme al fil rouge evidenziato delle “realtà distorte”, risuonano anche paesaggi interiori di donna a cielo aperto, come in Next della russa Elena Brodach: un unico vellutato piano sequenza, tra lampade languide e musica, il risveglio notturno di una scultrice che ritrae il suo amante addormentato, a capovolgere le arcaiche “regole” del visual pleasure, “Gli uomini guardano le donne. Le donne si guardano essere guardate …”, scriveva John Berger.
E ancora nella gravidanza angosciata da antichi frantumi di dolori, narrata dai francesi Pierre-Alexandre Muller e Tara Natssef-Stéphan in Claire, o nel bellissimo e pluripremiato Freeze di Nelicia Low (della Columbia University), dove non basta nemmeno lo splendore notturno di una lanterna dei desideri, istoriata con il proprio amatissimo marito, a rassicurare lo sguardo addolorato della protagonista, straziata anche dall’amore per il fratello autistico, e da antiche acuminate mancanze.