Il personaggio storico sconosciuto, la novità di un raro caso giudiziario, la scoperta dell’esibizione del corpo all’interno di uno strip club, sono le tematiche dei film proposti in anteprima al festival C-Movie di Rimini prima edizione dal 20 al 23 marzo: Zafira, l’ultima regina film d’esordio di Damien Ounouri e Adila Bendimerad, Solo per me di Lucie Borleteau, Senza prove di Béatrice Pollet. Cinema, Corpi, Convivenze sono le tematiche particolari a cui allude la C di C-Movie, che meritano l’approfondimento nel corso del nuovo festival dedicato al cinema delle donne ideato e diretto da Emanuela Piovano regista, produttrice e distributrice con la Kitchen Film, realizzato con la collaborazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Rimini che si terrà presso la Cineteca di Rimini e il Cinema Fulgor.

Ospite speciale sarà Dacia Maraini con la proiezione di alcuni suoi Super8 restaurati dal CSC – Cineteca Nazionale e un incontro alla presenza di Annamaria Licciardello responsabile della Diffusione Culturale della Cineteca Nazionale e di Macha Meril, l’attrice francese protagonista del film L’amore coniugale diretto da Dacia Maraini che sarà proiettato per l’occasione. Ospite del festival anche Barbara Bouchet protagonista di Per le antiche scale, di Mauro Bolognini.

Le aree tematiche proposte serviranno a individuare opere, testimonianze, dibattiti che mirino a raccontare snodi cruciali della contemporaneità. Così la proposta di svelare un personaggio femminile tra leggenda e realtà come la principessa Zafira, moglie dell’ultimo re di Algeri capace di affrontare il pirata Barbarossa in opposizione agli ordini della famiglia che dopo l’uccisione del re pretende il ritorno in seno alla famiglia d’origine, un film che mostra la separazione netta tra mondo maschile e mondo femminile sotto tutela (il film sarà in sala il 21 marzo). L’impegno a trovare risposte giuridiche mai esplorate prima in Senza Prove (dal 21 marzo in sala), basato su una storia vera, che affronta la sindrome della negazione della gravidanza, raccontato tra la tenerezza di una tranquilla vita familiare e l’incubo dell’accusa di omicidio, con una impegnativa linea di difesa.

Anche il terzo film Solo per me, affronta tematiche non tanto scontate, come la scoperta delle possibilità dei corpi ma dalla parte delle protagoniste degli spettacoli di strep-tease e non degli avventori. Legati alle proiezioni si terranno incontri sul ruolo della donna nel cinema contemporaneo e sulla sua rappresentazione nei media con la partecipazione di esperte del settore: «Mediterranea, il nuovo mediterraneo delle donne», «Prime donne alla sbarra – chi ha paura di Giovanna d’Arco?»,« I festival delle donne – pari opportunità o disparità opportune?».

Altri film in programma: Edgar Morin, chronique d’un regard, ritratto del filosofo di Olivier Bohler e Céline Gailleurd. La donna che riapriva i teatri, di Francesco Ranieri Martinotti, Il popolo delle donne di Yuri Ancarani, in cui Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicanalista, tiene una lezione sul rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile, Umanità di Elvira Giannella sulla figura di Vittorio Emanuele Bravetta, poeta e sceneggiatore del cinema delle origini.

Il festival si apre con la proiezione della Città delle donne e con una conversazione dedicata a Fellini e le donne tra Piera Detassis e Marco Leonetti responsabile Cineteca Rimini e Museo Fellini.