A distanza di un anno dall’attentato terroristico al Cafè Cappuccino e allo Splendid Hotel, la capitale del Burkina Faso è di nuovo teatro di violenza dopo che domenica scorsa un commando di sospetti jihadisti ha fatto irruzione al café-restaurant Aziz Istanbul sull’Avenue Kwame Nkrumah, nel cuore di Ouagadougou. Le forze speciali burkinabè sono rimaste impegnate nelle operazioni di contrattacco fino alla mattinata di lunedì, riuscendo a neutralizzare due dei sospetti jihadisti.

IL BILANCIO PROVVISORIO, reso noto dal Ministro delle Comunicazioni e portavoce del governo Remis Dandjinou, è di 18 vittime di diverse nazionalità, tra cui 7 cittadini burkinabè, un francese, un canadese, un turco, un nigeriano, un senegalese, un libanese, due kuwaitiani e una decina di feriti. Più due attentatori.

SECONDO ALCUNI TESTIMONI, uomini armati arrivati verso le 21 a bordo di pickup e motociclette avrebbero aperto il fuoco sui clienti seduti nella terrazza per poi asserragliarsi nel locale con degli ostaggi.

Per il ministro Remis Dandjinou, benché al momento in cui scriviamo non ci sia stata alcuna rivendicazione, non vi sarebbe «alcun dubbio» che l’attentato sia di matrice terroristica. D’altronde, la dinamica appare simile a quella degli attacchi al Café Cappuccino e allo Splendid Hotel, a neanche 200 metri dal ristorante Aziz Istanbul, e bersagli nel gennaio 2016 di un sanguinoso attentato (30 morti e 71 feriti) rivendicato da al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqim) e da Al-Mourabitoune.
I due gruppi secondo alcuni analisti si sarebbero recentemente uniti in una coalizione responsabile a giugno di quest’anno dell’assalto al resort di lusso Le Campement di Kangaba, a poche miglia da Bamako, capitale del Mali.

La nuova alleanza, Nusrat al-Islam wal Muslimeen (Group to Support Islam and Muslims – Gsim), guidata dal capo tuareg Iyad Ag Ghaly, sarebbe formata dalle quattro milizie Ansar Dine, Macina Liberation Front, Al-Mourabitoun e Al-Qaeda in the Islamic Maghreb.

IL PRESIDENTE FRANCESE Emmanuel Macron ha discusso la situazione con il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Kabore e condannato l’attentato di domenica, confermando che «la Francia rimarrà impegnata con i Paesi della regione nella lotta contro i gruppi terroristici per accelerare la costituzione della forza del G5 del Sahel». I due hanno convenuto che è «imperativo» accelerare sulla nuova coalizione.

Il mese scorso infatti i capi di stato del blocco G5 del Sahel (Mali, Ciad, Mauritania, Niger, Burkina Faso) hanno lanciato una forza congiunta contro i gruppi jihadisti attivi nella regione, nonostante la presenza in loco del contingente francese dell’Operazione Barkhane e dei caschi blu della missione Onu (Minusma). In quell’occasione, durante il vertice di Bamako, Macron aveva assicurato che la nuova task force, che dovrebbe contare circa 5 mila soldati e il cui quartier generale dovrebbe essere a Sévaré – 600 km a nord di Bamako – sarà pienamente operativa entro il prossimo autunno.

L’OBIETTIVO, ha dichiarato il presidente francese, è quello di rafforzare le operazioni transfrontaliere insieme ai 4 mila soldati francesi dell’Operazione Barkhane, chiarendo che la coalizione del blocco dei Paesi del Sahel non andrà a sostituirsi alla francese Barkhane ma piuttosto a coadiuvarla.

In un attacco separato, lunedì uomini armati hanno aperto il fuoco contro i peacekeepers dell’Onu e i soldati maliani a Douentza, nel Mali centrale. Un soldato maliano è rimasto ucciso e due peacekeepers togolesi feriti.