Ricorso al Tar contro la revoca della convenzione comunale per la gestione dell’ex convento seicentesco del Buonpastore. Il consorzio di 30 associazioni di donne che fino a luglio teneva aperto e vitale quello spazio come Casa internazionale delle donne va al contrattacco e impugna l’atto con cui la giunta della sindaca M5S Virginia Raggi le ha voluto sfrattare.

La memoria presentata da due avvocate – che sarà illustrata nel dettaglio oggi in conferenza stampa – ripercorre tutta la storia amministrativa della Casa contestando la diffida arrivata al consorzio un anno fa con cui il Campidoglio chiedeva il pagamento di fitti arretrati, rivalutati a prezzi di mercato in 35 anni senza sconti, per l’iperbolica cifra di 833.512 euro, in contrasto con l’affidamento delle chiavi del bellissimo e centralissimo palazzo, ristrutturato con i fondi del Giubileo 17 anni fa, da parte dell’allora sindaco Walter Veltroni, concessione poi prorogata dal successivo sindaco Gianni Alemanno. Le due motivazioni alla base del ricorso sono: «Violazione e falsa applicazione» dei regolamenti sull’affidamento dei beni immobili del Comune di Roma» e «incompetenza».

Le ricorrenti fanno notare – tra l’altro – la prescrizione già concessa del debito maturato 1983-94 (valutato 129 milioni) e chiedono il riconoscimento di crediti per manutenzioni e servizi alla città stimati in 535mila euro.
«Vogliamo transare – spiega Maria Brighi della Casa – e a parole anche la sindaca Raggi lo vuole ma poi neanche ci rispon de alla lettera, protocollata, con cui le chiedevamo un incontro».