Buona la prima. Il bilancio del «Festival internazionale dei beni comuni» di Chieri (Torino), svoltosi da giovedì a domenica, è senz’altro positivo: quattro intense giornate di incontri, dibattiti e spettacoli, che hanno visto una partecipazione molto alta di pubblico. Per gli organizzatori, in testa l’ideatore Ugo Mattei, l’esperimento ha funzionato: c’è soddisfazione sia per la risposta della cittadinanza del territorio, ma anche per il dato politico di una certa ricomposizione dell’ampio e diversificato movimento dei «commons». Che, sul piano teorico, significa aver portato a ragionare nello stesso luogo personalità diverse come Zagrebelsky, Freccero, Rodotà e Negri, ma anche molti interlocutori dall’estero, come il grande artista ed ex ministro brasiliano Gilberto Gil. Il maggiore successo di pubblico lo ha registrato l’indiana Vandana Shiva, protagonista di una delle lezioni magistrali. Visto il risultato soddisfacente, sarebbe logico aspettarsi una seconda edizione l’anno prossimo. Ma nulla è sicuro. La prudenza è d’obbligo, viste le polemiche che hanno preceduto l’inizio del festival. L’evento è un’iniziativa del comune, del quale Mattei è vicesindaco, e il Pd locale, socio di maggioranza nell’amministrazione municipale, aveva duramente contestato l’invito al «cattivo maestro» Negri e alla redattrice del «manifesto» Geraldina Colotti. Alla chiusura del festival anche i democratici chieresi hanno espresso la loro soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa: resta da capire se ciò significhi la volontà di archiviare lo scontro e guardare avanti, oppure se sia un preludio a un educato benservito. Da parte del comitato organizzatore la volontà di continuare c’è tutta.