La Commissione, preoccupata dalle critiche sulla strategia di acquisti dei vaccini che crescono nei vari paesi, in particolare in Germania, si difende. «Queste difficoltà per il momento non dipendono dal volume delle ordinazioni – afferma la commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides – ma dall’insufficienza, su scala mondiale, delle capacità di produzione». E aggiunge: «Ci eravamo messi d’accordo di non mettere tutte le uova nello stesso paniere, se tutti i vaccini in sviluppo saranno approvati la Ue avrà più di 2 miliardi di dosi disponibili per 450 milioni di europei e i loro vicini. La situazione migliorerà poco per volta, siamo di nuovo pronti ad aiutare per accrescere la capacità di produzione».

BRUXELLES, PER EVITARE una corsa ai vaccini concorrenziale tra paesi Ue (come era successo all’inizio con le mascherine), ha ordinato 2 miliardi di dosi a 6 laboratori farmaceutici (oltre a Pfizer-BionTech, per ora l’unico approvato dall’Ema, a cui sono state ordinate 200 milioni di dosi nel 2020 e altri 100 milioni seguiranno a breve, poi Moderna, che dovrebbe ricevere l’approvazione il 6 gennaio, Johnson & Johnson, Sanofi-Gsk, Curevac e, in preparazione, c’è un accordo con Novavax). BionTech aprirà un nuovo impianto in Germania, a Marburg, che andrà ad aggiungersi alla produzione del sito Pfizer di Puurs in Belgio. Sono stati stanziati 70 milioni per fornire vaccini ai Balcani occidentali. Ma la polemica cresce.

In Francia esplode, contro il governo accusato di lentezza eccessiva da tutte le opposizioni. La campagna di vaccinazione è iniziata il 27 dicembre, ma per ora solo 516 persone sono state vaccinate. «Persino l’Italia e la Lituania fanno meglio – si indigna l’ex direttore generale della sanità, il professor William Dab – siamo buoni ultimi in Europa». Il paragone è con la Germania: 560mila già vaccinati (Berlino ha anticipato l’avvio della campagna al 24 dicembre). La Francia ha scelto di vaccinare prima i residenti delle case di riposo, ma, viste le esitazioni nella popolazione – il 58% dei francesi è refrattario – ha messo in atto una procedura complicata quindi lenta, ci vuole un consenso scritto della persona, che ha poi la possibilità di prendersi dei giorni di riflessione.

DI FRONTE ALLE CRITICHE, la vaccinazione prioritaria è stata estesa domenica al personale sanitario di più di 50 anni. Non ci sono «vaccinodromi» come in Germania, che ne ha creati 450 (c’è il brutto ricordo della campagna del H1N1), ma le dosi sono in via di distribuzione negli ospedali che hanno un centro di vaccinazione e anche i medici di famiglia dovrebbero venire coinvolti (ma qui c’è la difficoltà logistica per le dosi Pfizer che devono essere conservate a un freddo estremo).

Jean Rottner (Républicain), presidente della regione Grand Est, dove i contagi esplodono e il coprifuoco è stato anticipato alle ore 18, grida allo «scandalo di stato» perché «continua la politica fallimentare, prima le mascherine, poi i test adesso i vaccini». Il governo assicura che a fine gennaio le cifre francesi saranno simili a quelle dei paesi più rapidi e che «una campagna vaccinale non si giudica dalla prima settimana», ha detto il portavoce Gabriel Attal.

LE OPPOSIZIONI STANNO gettando il ridicolo sulla decisione di costituire un «collettivo cittadino», 35 persone tirate a sorte ieri sera, sul modello dei 150 della «convenzione cittadina» sul clima, incaricate di pronunciarsi sulla strategia, con lo scopo di conciliare i francesi con i vaccini: «E dopo cosa facciamo, una corsa con il sacco?» (Ps), «perché no un concorso a chi tira la paglia più corta?» (Lr).

PER IL LEADER VERDE, YANNICK Jadot, «è un fiasco». Emmanuel Macron ha escluso l’obbligatorietà. La polemica esiste anche in Germania, malgrado le cifre più consistenti dei vaccinati. Markus Söder, leader Csu della Baviera, accusa la Commissione (e la presidenza tedesca del Consiglio, che si è conclusa il 31 dicembre) di aver messo in atto «una strategia di acquisti inadeguata»: «È difficile spiegare che un ottimo vaccino è sviluppato in Germania ma che le vaccinazioni sono più veloci altrove». Per Söder, la Commissione è «troppo burocratica» e sono stati ordinati troppo pochi vaccini di «quelli buoni».

ISRAELE, USA, GRAN BRETAGNA sono stati più rapidi e «ne beneficeranno economicamente». La preoccupazione è di non creare cittadini di serie B per chi non si vaccina. Polemiche anche in Spagna. Qui sono le regioni a protestare con il governo centrale, ma poi la gestione locale accusa lentezze. Non tutti i paesi sono preda della fretta, in Olanda, per esempio, la campagna inizia solo l’8 gennaio.