Khashoggi, Trump sceglie i miliardi sauditi

Donald Trump ora dice che Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente saudita scomparso il 2 ottobre nel consolato di Riyadh in Turchia, potrebbe essere stato ucciso da «delinquenti comuni». Fino a ieri voleva una indagine seria sulla sorte di Khashoggi, che le autorità turche ritengono sia stato ucciso da agenti sauditi. Ci sono, affermano, un filmato e un audio che lo provano. Trump fa retromarcia di fronte alla minaccia di ritorsioni della monarchia Saud, che compra armi per decine di miliardi di dollari dagli Usa e mantiene basso il prezzo del barile di petrolio.

 

Dalla Nuova Zelanda con amore. Per Gaza

Condannate a risarcire tre adolescenti «traumatizzati» dall’annullamento in Israele del concerto della popstar Lorde, due donne neozelandesi hanno respinto la sentenza e raccolto circa 8000 euro a vantaggio del Mental Health Center di Gaza, per la salute mentale dei civili palestinesi. Justine Sachs e Nadia Abu Shanab chiesero a Lorde, anch’essa neozelandese, di considerare le politiche di Israele contro i palestinesi. La cantante quindi annullò la tappa israeliana. Secondo i giudici di Tel Aviv le due donne avrebbero causato un «danno mentale» a tre adolescenti israeliani.

 

Camerun, Biya vince le presidenziali. Pioggia di ricorsi

Dopo lunga attesa (si è votato lo scorso 7 ottobre) sono stati diffusi i risultati delle elezioni presidenziali in Camerun. Secondo i quali a stravincere sarebbe l’85enne Paul Biya, da 36 anni al potere e in corsa per il suo settimo mandato, con il 71,28% dei voti. Si ferma al 14,23% Maurice Kamto, candidato del Mouvement pour la renaissance du Cameroun (Mrc), che aveva creato lo scompiglio dichiarandosi vincitore all’indomani del voto. Segue con 6,28 % Cabral Libii, dell’Union nationale pour l’intégration vers la solidarité (Univers). Sia le opposizioni, che hanno già presentato ricorso, sia gli osservatori indipendenti denunciano anomalie e chiedono l’annullamento del voto. Le loro istanze saranno esaminate dal Consiglio costituzionale a partire dal 16 ottobre, ma è probabile che non si andrà oltre il riconteggio di singole sezioni. La proclamazione dei dati ufficiali è attesa per il 22 ottobre.

 

Ortodossi contro, Mosca rompe con Costantinopoli

Era nell’aria, dopo il recente v ia libera del Patriarca di Costantinopoli all’indipendenza del patriarcato cosiddetto «autocefalo» ucraino, che ha fatto salire la tensione a Kiev con i fedeli “filorussi”. Ma da ieri quella che appare come la più grave frattura nella Chiesa ortodossa della storia moderna è realtà. Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha deciso infatti di sospendere i rapporti con il Patriarcato di Costantinopoli. Secondo Ilarion Alfeev, vescovo di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, «è stata una decisione difficile, ma inevitabile, a fronte delle recenti azioni che non hanno lasciato spazio ad alternative».