Attentato suicida in una moschea pachistana, 57 morti

Sono 57 le vittime accertate sinora, e 193 i feriti, dell’attentato alla moschea Kucha Risaldar nella città vecchia di Peshawar, nel Pakistan nordoccidentale. Nel luogo di culto sciita è stata fatta esplodere ieri una bomba da un attentatore suicida durante la preghiera del venerdì. Tutto è cominciato quando due uomini armati hanno aperto il fuoco su una centrale di polizia vicino alla moschea: nel corso dello scontro sono morti due agenti e uno degli attentatori, mentre l’altro è entrato nella moschea dove ha fatto detonare la bomba. Per ora nessun gruppo ha rivendicato l’attentato, ma l’intelligence locale sostiene di avere pochi dubbi sul fatto che sia stato fatto dal ramo locale dell’Isis: lo Stato islamico del Khorasan. Peshawar è infatti vicino al confine con l’Aghanistan, dove negli ultimi mesi sono stati uccisi decine di militari.

Il Consolato Usa all’Avana riprende le attività

Dopo che l’ex presidente Usa Trump aveva richiamato quasi tutto il personale dal Consolato statunitense all’Avana nel 2017 – in seguito alle prime avvisaglie di quella che è poi diventata nota proprio come Havana Syndrome, il presunto attacco con armi a microonde sugli agenti Cia americani – l’amministrazione Biden ha cominciato ad incrementare il numero di diplomatici di stanza nella capitale cubana.
Lo ha annunciato giovedì il direttore dell’ambasciata Usa a Cuba, Timothy Zuniga-Brown, aggiungendo che il consolato riprenderà anche l’attività di vaglio dei documenti per l’immigrazione, «come parte di una graduale espansione delle politiche dell’ambasciata». Una scelta legata alla revisione delle politiche su Cuba dell’amministrazione Biden, che dopo quattro anni di blocco totale ricomincerà ad esaminare le richieste di ricongiungimento dei cubani che hanno dei familiari negli Stati uniti.