Domani Pompeo vola a Pyongyang, Trump positivo

Domani il segretario di Stato Usa Mike Pompeo sarà a Pyongyang per incontrare il leader nordcoreano Kim Jong-un e proseguire il dialogo sul piano di denuclearizzazione del paese. Volerà poi a Tokyo dove incontrerà il premier giapponese Abe e il presidente sudcoreano Moon. Già nel fine settimane funzionari di Washington e Pyongyang si sono visti nella zona demilitarizzata tra le due Coree.

E mentre crescono le indiscrezioni della stampa su un presunto proseguimento da parte nordcoreana dei programmi missilistico e nucleare dopo l’incontro tra Kim e Trump, the Donald getta acqua sul fuoco: «Molte buone conversazioni con la Corea del Nord: sta andando bene – ha scritto in un tweet – Nessun lancio di missili o test nucleari in otto mesi».

***

Bimbi nella grotta: l’arrivo di monsoni accelera i piani

Agire subito: sembra essere questa la linea scelta dalla Thailandia e dagli esperti internazionali per i 12 bambini e il loro allenatore intrappolati da nove giorni nella grotta di Tham Luang. Inizialmente si era pensato di dover attendere settimane prima di tirarli fuori: per uscire dovrebbero nuotare sott’acqua per chilometri, tra cunicoli stretti e al buio, un percorso che anche un sub esperto non potrebbe compiere in meno di sei ore. Esclusa anche la trivellazione, mancando informazioni certe sulla composizione della grotta.

Ieri, però, le autorità hanno paventato un intervento in poche ore: l’arrivo previsto di nuove forti piogge monsoniche nei prossimi giorni potrebbe far salire il livello dell’acqua e inondare la grotta dove si sono rifugiati. Resta il problema dell’estrema debolezza dei ragazzi: se psicologicamente stanno bene, fisicamente sono molto deboli non avendo mangiato nulla per giorni. Nelle ultime ore sono stati rifocillati con gel ipercalorici e dovrebbero essergli consegnate delle speciali maschere da sub donate dalla Svezia, più facili da usare da chi – come i 12 bambini – non è un esperto.

***

I soldi di Londra per far accettare ai tunisini il Fmi

Secondo il Guardian, il governo britannico ha deciso di appaltare alla M&C Saatchi una campagna mediatica rivolta ai tunisini tra 18 e 35 anni per fargli accettare le misure di austerity «suggerite» a Tunisi dal Fondo Monetario Internazionale e che sta scatenando proteste nel paese. La compagnia, nota per aver sostenuto la campagna elettorale di Margaret Thatcher, sarà pagata dal Conflict, Security and Stability Fund (CSSF), ente riservato del Foreign Office britannico.