Kim: «Il nostro nucleare sarà uguale agli Usa»

Il giorno dopo le polemiche, le condanne e le prese di posizione contro l’ennesimo lancio missilistico effettuato dalla Corea del Nord, Pyongyang fa sapere di avere effettuato il lancio con l’obiettivo di «placare la belligeranza degli Stati uniti» e stabilire un equilibrio con questo paese «perché non osino mai più di parlare di opzione militare». Le parole arrivano attraverso una nota diffusa dall’agenzia di stampa statale Kcna. Il leader Kim Jong-un, dopo aver supervisionato il lancio, ha assicurato che «l’obiettivo finale della Corea del Nord è stabilire un equilibrio di forza reale con gli Stati uniti e fare in modo che i suoi governanti non parlino di opzione militare».

Ieri, infatti, a margine delle reazioni gli Usa, pur proseguendo i tentativi di dialogo, avevano parlato apertamente di una opzione militare sul tavolo. L’utilizzo di questa formula non è piaciuta a Pechino. La Cina benché forse stia ripensando il proprio appoggio totale al regime di Kim Jong-un ha reso noto di non apprezzare: «Gli Usa – ha fatto sapere Pechino – devono smettere di minacciare il leader nordcoreano Kim Jong-un se intendono davvero arrivare ad una soluzione pacifica della crisi con Pyongyang».

E anzi la Cina ha specificato che, data la presenza militare Usa in Corea del Sud, sarebbe proprio compito americano trovare una soluzione pacifica, lasciando intendere la propria strategia classica, ovvero: via il Thaad dalla Corea del Sud e forse Kim potrebbe sedersi a un tavolo negoziale.

Profughi Rohingya, il Bangladesh limita i loro movimenti
Non sembra esserci pace, mai, per gli oltre 400.000 Rohingya che sono fuggiti dalle persecuzioni e le violenze in Birmania e sono riusciti a riparare nel vicino Bangladesh, perché il governo «ospite» avrebbe deciso di limitarne gli spostamenti all’interno del paese e di chiedere inoltre aiuto alla comunità internazionale. I profughi Rohingya, cacciata dal Myanmar della Nobel Aung San Suu kyi, potrebbero finire in un megacampo che il Bangladesh starebbe pensando di costruire per loro. Ma la polizia bengalese ha annunciato che ci saranno «ampie restrizioni» agli spostamenti dei profughi, che potranno muoversi solo all’interno di aree loro assegnate.

R.D. Congo, spari dell’esercito: 18 rifugiati sono morti
Gli uomini dell’esercito della Repubblica democratica del Congo hanno ucciso 18 rifugiati del Burundi durante scontri in un campo profughi nell’Est del Paese. Lo hanno reso noto le autorità locali della provincia del Sud Kivu. Il bilancio sarebbe ancora provvisorio.