Brevi dal mondo: Cina, Giappone, Argentina, Bolivia, Iraq

Stoltenberg: «Nato coinvolga la Cina»

La Cina, in qualità di grande potenza militare, ha una responsabilità e dovrebbe essere coinvolta costruttivamente nel controllo mondiale delle armi. Lo ha detto in conferenza stampa il segretario generale, Jens Stoltenberg che ha ricordato gli aspetti positivi della crescita della Cina, come il fatto che abbia aiutato «milioni di persone ad uscire dalla povertà».

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Tokyo revoca i limiti agli spostamenti

Il governo di Abe Shinzo ha revocato tutti i limiti residuali agli spostamenti sul territorio nazionale decretati in risposta alla pandemia di coronavirus. L’esecutivo – come riporta Agenzia Nova – aveva già revocato lo stato di emergenza nazionale lo scorso 25 maggio.
Il tentativo è quello di rianimarel’industria del turismo, tra le più colpite dalle ricadute della pandemia.

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Covid in Argentina, record di contagi

Con 1.958 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore l’Argentina detiene un record di contagi, insieme a una pericolosa curva della pandemia – sempre più alta – a quasi quattro mesi dall’inizio della quarantena. 35 i decessi nelle ultime 24 ore, un numero che eguaglia il record negativo dei giorni scorsi, e che porta il conteggio totale delle vittime per Covid a 948.

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Bolivia, minatori pronti alla «rivolta»

I minatori e gli operai sono pronti a portare la Bolivia nel caos se il governo dovesse rimandare ulteriormente le elezioni generali. In una conferenza stampa il segretario del Sindacato dei minatori (Fstmb), Orlando Gutierrez, ha avvertito la presidente ad interim Jeanine Anez: o approvano la data delle elezioni al 6 settembre o sarà «rivolta popolare».

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Primo civile ucciso in Iraq dalla Turchia

A due giorni dal lancio dell’operazione turca Artiglio di Tigre nel nord dell’Iraq, non più solo aerea ma terrestre contro il Pkk, le autorità di Erbil denunciano la prima vittima civile: un pastore curdo, dice il funzionario Ihsan Chalabi, ucciso da un bombardamento turco nel distretto di Bradost. Giovedì l’esercito di Ankara ha comunicato di aver compiuto oltre 500 raid in 36 ore.