Dominique Boutonnat, il presidente del Cnc, il più importante ente di finanziamento e supporto del cinema e dell’audiovisivo francesi è stato rinviato a giudizio per la presunta aggressione sessuale del figlioccio. Il ragazzo aveva sporto denuncia nell’ottobre del 2020 pochi mesi dopo i fatti che sarebbero accaduti in agosto durante una vacanza in Grecia. La procura di Nanterre aveva chiesto che Boutonnat fosse rinviato a giudizio già lo scorso aprile dopo un’indagine durata 14 mesi. Il giudice ha accolto infine la richiesta anche se il tribunale non sarà penale essendo decaduta l’accusa di «tentativo di stupro». «Quello che noi vogliamo è che Boutonnat risponda dei suoi atti davanti a una corte – ha dichiarato all’Afp l’avvocata dell’accusa, Caroline Toby – E visto che ci sono prove sufficienti per questo ci auguriamo soprattutto che al mio cliente venga riconosciuto lo statuto di vittima».

CINQUANTADUE anni, Boutonnat nega decisamente ogni accusa; secondo le parole del suo avvocato – che a quanto riporta «Le Monde» non ha commentato la notizia rendendosi irraggiungibile – le definisce «fantasie bugiarde». Allievo a Scienze politiche di Edouard Philippe, fedelissimo (e anche finanziatore della prima campagna presidenziale) di Macron che lo aveva nominato alla guida del Cnc nel 2019, una decisione accolta molto male dal cinema francese specie dopo la pubblicazione del suo rapporto sul ruolo dei privati nel finanziamento cinematografico pubblico, Boutonnat è stato riconfermato nella sua carica lo scorso luglio. E questo nonostante fosse già sotto inchiesta per la presunta aggressione. A chi lo aveva fatto notare, la ministra della cultura Rima Abdul Malak, tra i suoi più convinti sostenitori aveva risposto che le accuse non erano state provate: «La presunzione di innocenza prevale sempre» era stato il suo commento. Sottolineando poi di recente come proprio Boutonnat sia stato «un pioniere nell’adozione all’interno del Cnc di una politica contro le violenze sessuali e sessiste»

NON È STATO però solo il lato giudiziario a alimentare le durissime critiche che hanno accolto questo suo secondo mandato; la maggioranza dei registi francesi si era infatti espressa con diverse lettere aperte chiedendo alla ministra e al governo in genere una nuova figura per il Cnc. Il punto era sempre lo stesso che aveva acceso le polemiche già tre anni fa, e cioè una «linea editoriale» del Cnc fondata sempre più sul profitto contro il cinema d’autore. Di recente la Sfr, la Società dei registi francesi, per voce di autori quali Jacques Audiard e Pierre Salvadori aveva preso nuovamente posizione contro Boutonnat per le sua politica «apertamente liberista e a breve termine» rispetto ai problemi del settore causati anche dalla pandemia. Da più parti ci si chiede se adesso la sua carica verrà sospesa o se il governo deciderà di attendere l’esito del processo.