La seconda ondata di arresti dell’inchiesta Mafia Capitale si infrange contro Palazzo Chigi, e non solo perché fisicamente è a meno di un chilometro dal Campidoglio. Stavolta a finire nella rete dei magistrati un uomo di Alfano, ma anche uomo di governo, il sottosegretario dell’Ncd Giuseppe Castiglione, indagato a Catalnia insieme a Luca Odevaine, altro collaboratore del ministero. Renzi fa finta di niente, nel tentativo che passi la piena, mediatica e giudiziaria. E così se per molto meno il ministro Lupi, finito nelle intercettazioni dell’inchiesta Grandi Opere ma non indagato, almeno finora, era stato costretto alle dimissioni, stavolta il governo non può rischiare di far ballare la sua maggioranza, già abbastanza confusa al senato. Stavolta la parola d’ordine è «noi siamo garantisti». Il guaio è che Sel ha già annunciato una mozione di sfiducia. E anche stavolta il Pd dovrà metterci una pezza, se non vorrà chiedere un nuovo sacrificio al partito di Alfano.

Il barometro del governo segna burrasche, forse per la prima voltatanto forti. Mentre le notizie su Mafia Capitale fanno il giro del mondo, domani Renzi sarà al G7 in Baviera. E non è un bel biglietto da visita, naturalmente. A casa la fibrillazione politica, che era già iniziata con il risultato elettorale, e proseguita con lo scontro Bindi-De Luca sulla lista dei cosiddetti «impresentabili» non accenna a calmarsi, anzi aumenta. Ieri è esplosa una polemica sanguinosa fra Pd e 5 stelle destinata ad avere comnseguenze in parlamento, tanto più quando il governo dovrà aprire il dossier De Luca e decretare la sua sospensione. A Roma, il sindaco Marino aveva appena finito di dire che voleva ’aprire’ ai grilli, che però lo avevano ricambiato con la richiesta di dimissioni e di scioglimento del comune di Roma per mafia. Dalla mattina però i toni sono andati fuori controllo. A Beppe Grillo non è piaciuta l’argomentazione di Matteo Orfini, usata il giorno prima in conferenza stampa ma ripetuta ai giornali, e per la verità non inedita per il presidente-commissario del Pd romano, che chi chiede le dimissioni di Marino «ha la stessa linea della mafia. Sono il Movimento 5Stelle, Salvini e la mafia». Poi aggiungendo la non lieve carica: il grillino Alessandro Di Battista è «l’idolo dei clan di Ostia». Il riferimento è a una polemica al vetriolo fra i due sulla vicenda di Ostia, al momento delle dimissioni del minisindaco Pd Tassone, ora agli arresti: l’esponente M5S, polemizzando contro Orfini, aveva guadagnato sui social i ’like’ di un guitto dei clan locali. Il Pd ne aveva fatto un tormentone.
Stavolta i 5 stelle attaccano in massa Orfini.

La chiamata alle armi arriva in mattinata sul blog, con la risposta del comico: «Orfini è bravissimo a giocare alla play station come un quindicenne mentre la mafia si mangia Roma, ma quando si parla di cose serie dovrebbe stare zitto, o quanto meno informarsi prima. Mafia Capitale non è un videogioco, né una serie tv», post corredato dalla famosa – e non proprio felicissima – foto della sfida fra Orfini e Renzi la notte delle regionali, diffusa dallo staff del premier. I grillini scatenano la rete: «Orfini vergognoso». Ancora Grillo fa sapere che il vicepresidente della Camera Di Maio ha querelato Orfini, «Gli ha chiesto un risarcimento. I soldi saranno donati al Microcredito». Ma i fronti di fuoco non sono finiti. Del resto il presidente del Pd, che è anche commissario del Pd romano, in questi giorni difficili non si è risparmiato: ha messo la faccia, per primo, sulla sconfitta Ligure, la notte del voto. Si è caricato la vicenda romana sulle spalle. Interpretando la parte forse con qualche filo di grinta di troppo, date le circostanze. Nella conferenza stampa di giovedì se l’era presa anche con il Copasir: «Voglio capire come i servizi segreti non si siano accorti cosa stesse facendo Carminati». Qui a prenderla male è il presidente della commissione di controllo sui servizi, Giacomo Stucchi, grillino pure lui. «Il solo ipotizzare che l’organismo da me presieduto non si sia mosso immediatamente su una questione così grave appare logicamente così irrealistico da consigliare maggiore cautela prima di annunciare richieste in tal senso. Comunque leggeremo con attenzione quanto ci trasmetterà l’onorevole Orfini». Ma c’è da scommetterci che è solo un assaggio. Il Pd è coinvolto nell’inchiesta, i 5 stelle ora passano all’incasso.