La grande sorpresa del movimento democratico bielorusso è sicuramente il protagonismo delle donne in un paese dove la misoginia è stata a lungo una costante.

Anche ieri a Minsk e in altre città della Bielorussia tante donne sono scese in piazza per chiedere democrazia e riaffermare i diritti e la dignità femminile (durante la campagna elettorale il presidente Lukashenko aveva sostenuto che una donna non può fare il presidente della repubblica).

A Minsk, in migliaia, come già ormai ogni sabato da sei settimane, si sono mobilitate sfidando il divieto della polizia a manifestare. Molti i cartelli in solidarietà con Marya Kolesnikova, uno dei membri più in vista dell’opposizione in prigione con l’accusa di «tentato golpe» che rischia una pesantissima condanna.

Ieri, la mano dei reparti speciali antisommossa e della polizia nei confronti delle donne è stata particolarmente pesante. Già al mercato Komarovsky la polizia ha cercato di impedire il concentramento e si sono viste scene – ormai purtroppo diventate abitudinarie nella capitale bielorussa – di violenza e di intimidazione, a cui le donne hanno cercato di porre un argine formando i cordoni.

Alla fine, il corteo è riuscito a partire allungandosi per i viali del centro ma il prezzo è stato salato: sono 309 i fermi denunciati dalle associazioni dei diritti umani, alcuni dei quali si trasformeranno in arresto. Tra le persone portate in questura anche un cittadino/a italiano/a. Alcune decine di donne sono rimaste contuse e una purtroppo è finita in ospedale.

Oltre tantissime giovani perfino adolescenti si sono fatte notare in piazza anche un drappello di anziane. Lyudmila, 71 anni, che organizza un gruppo di «pantere grigie» cerca di sostenere in ogni modo la lotta. È stata fermata più volte nelle manifestazioni di queste settimane ma non ha perso il buonumore. «Porto sempre con me il numero di telefono di un avvocato in caso di necessità. Siamo qui per sostenere le giovani e nel caso prendere una manganellata al posto loro», afferma l’arzilla signora.

Le iniziative si moltiplicano e ieri nei quartieri periferici si sono tenute molte feste (in cui sono coinvolti anche i bimbi) e assemblee. «La lotta per raggiungere la libertà non è una cosa di un giorno, sappiamo che sarà una maratona e ci stiamo attrezzando», sostiene Vera che è sempre in prima fila nelle iniziative. L’appuntamento è già per oggi con il solito grande corteo domenicale.