Con epicentro Parigi, la Francia celebra per tutto il 2020 il centenario della nascita di Boris Vian. Pubblicazioni, concerti, esposizioni, pièce teatrali, film, eventi sulle linee della metropolitana. Sarà emesso anche un francobollo il 9 marzo con una foto che lo ritrae (scelta dopo una consultazione on line).
In questo fittissimo programma un posto speciale merita la visita, dietro prenotazione – la lista d’attesa è lunga – dell’appartamento dove Vian visse. Si trova sopra il Moulin Rouge, a Pigalle, in un vicolo stretto e cieco che prende il nome di Cité Véron. Questo attico con terrazza (condivisa con Jacques Prévert) non ha mai cessato di essere abitato, ma la sua seconda moglie Ursula Kübler e poi la di lei amica e segretaria, Nicole Bertolt, hanno aggiunto discretamente le proprie cose accanto ai dischi, ai libri, ai quadri, ai mobili di Vian. Dal 2010, deceduta Ursula, la gestione dell’eredità di Boris Vian è passata interamente sulle spalle di Nicole Bertolt, che in quella casa continua a vivere, dopo i circa 30 anni passati accanto a Ursula.

Ville-d’Avray è una cittadina di 11 mila abitanti a circa 10 km da Parigi. Qui Vian ha trascorso infanzia e adolescenza, e qui è sepolto. L’Associazione Jazz à Vian gli rende omaggio con un concerto di Claude Abadie, clarinettista che a gennaio ha compiuto 100 anni, e nella cui band Vian suonò dal 1943.
Tornando a Parigi, nel caffè Les Deux Magots si succederanno jazz e canzoni di Vian e la mostra Boris Vian à Saint-Germain-des-Prés dans les années 1945/1952. Altra musica vianesca sarà suonata con il «rock littéraire» del gruppo Debout Sur Le Zinc e il duo poetico-musicale Guillaume Barre et Jonathan Perrein, in giro per i licei di Francia con Je voudrais pas crever. A settembre sarà invece la volta del Colmar Jazz Festival.

Sul fronte audiovisivo, si potrà vedere Boris Vian m’a ouvert les yeux et cassé le dos, corto di Michel Gondry, il regista di La schiuma dei giorni mentre sarà messa in scena la commedia musicale hip-pop Le Tabou di Abd al Malik, musicista, cineasta, amico di Juliette Gréco. Anche la tv si mobilita con la proposta di France Télévisions del documentario Boris Vian, la dernière année.

Tra i libri, sugli scaffali si troverà Boris Vian 100 ans, le livre anniversaire di Nicole Bertolt e Alexia Guggemos e le edizioni Glénat hanno deciso di ristampare con nuove illustrazioni i romanzi hard-boiled di Vian firmati Vernon Sullivan. Correspondances 1932 -1959 raccoglie oltre 400 lettere di Vian a famigliari, amici, editori, lettori. Si rivede pure On n’y échappe pas: un poliziesco con i primi quattro capitoli scritti da Vian, completato da sei membri dell’Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle), fondato nel 1960 da Raymond Queneau e François Le Lionnais (tra i membri, figurano anche Georges Perec e Italo Calvino).

A teatro, la compagnia Underground Sugar porterà L’Écume des jours, designato dalla Comunità europea per essere rappresentato nel 2020 in venti capitali (ancora da definire). Al Théâtre des Trois Baudets, dove Vian esordì con le sue canzoni, ci sarà Carmen Maria Vega in Fais moi mal Boris e nel cuore di Montmartre è in programma il Festival des Borissiens del teatro Lepic. Non mancherà un Patamusic-hall alla Comédie-Française per la regia di Serge Bagdassarian. Dal 3 marzo al 24 maggio, a Argentat-sur-Dordogne, Boris Vian e la patafisica saranno ricordati con dipinti, scritti, polaroid.

La chiusura delle celebrazioni è prevista per il 20 novembre a Parigi – Biblioteca Nazionale -, sotto la direzione di François Nida e Nicole Bertolt. Testimonianze, giochi di parole dell’Oulipo, canzoni di Carmen Maria Vega, estratti da La schiuma dei giorni con Mathias Malzieu, mentre Abd al Malik leggerà la lettera di Vian a Paul Faber a proposito della canzone Il disertore. Con Nicole Bertolt e Joëlle Lhespitaou (nipote di Vian) una Biografia controcorrente di Boris.
Programma : https://centenaireborisvian.com/