Curata dal fumettista Martoz, la rassegna Bookcomics, all’interno del recentemente concluso Bookpride di Milano, ha ospitato incontri dedicati a vari ambiti della produzione a fumetti concentrandosi su quelle istanze della contemporaneità sempre più spesso narrate attraverso il linguaggio della nona arte. Molti sono stati molti i momenti dedicati alla questione di genere.

L’antidoto
Miguel Vila, autore della ormai nota Trilogia del Nordest (Padovaland, Fiordilatte, Comfortless, editi da Canicola edizioni) non tratta direttamente il tema delle relazioni tossiche nei suoi romanzi. Tutti sono ambientati nella provincia veneta, narrata per molti versi come un luogo asfissiante, dove è facile sviluppare relazioni morbose e ambigue. C’è molta realtà nei racconti di Vila, dove la tossicità più evidente è rintracciabile nella costruzione delle relazioni di amicizia tra i suoi personaggi, come ha notato Maya Quaianni (WOW Spazio fumetto), moderatrice dell’incontro. Direttamente autobiografico invece è il racconto dell’esordiente Vaga, Dog (BD comics), che racconta una relazione amorosa violenta, in cui la figura del compagno è raffigurata come la sagoma di un cane Dobermann.

L’arcobaleno
Fumetti ma anche associazionismo e saggistica si riuniscono al tavolo delle identità, durante la discussione coordinata da Giò Di Meglio (organizzatore del Festival delle Autoproduzioni Bricòla, il prossimo 23-24 marzo). Partendo dalla lettera “I” del lungo acronimo che tenta di descrivere le molteplici identità di genere, intervengono Manuela Falzone, presidente di Intersexesiste, associazione che si occupa di informare e sensibilizzare sulla situazione delle persone intersex in Italia, accompagnata dalla artattivista Melykurutta. Nel nostro paese, le persone che presentano alla nascita variazioni-ovvero caratteristiche biologiche innate nei caratteri sessuali che non collimano con la nozione di maschile e femminile più diffusa nella popolazione- sono nella maggior parte dei casi violentemente medicalizzate, nonostante l’ONU si sia pronunciata già nel 2016 contro queste pratiche, cercando di difendere i diritti delle persone intersex. Il graphic novel Polly scritto dal drammaturgo francese Fabrice Melquiot e disegnato dalla fumettista svizzera Isabelle Pralong racconta la storia di una persona intersex e del suo percorso medico, è pubblicato da Settenove, editrice il cui catalogo è interamente dedicato alla prevenzione della violenza di genere.

Not All Men
La stessa casa editrice pubblica il nuovo libro del filosofo Lorenzo Gasparrini, illustrato da Cristina Portolano I ragazzi possono essere femministi? Il volume è strutturato partendo dalle domande dei ragazzini ed è rivolto ai “giovani maschi che vogliono approcciarsi al femminismo imparando a non considerarla come una pericolosa ideologia contro gli uomini ma una spinta liberante contro le oppressioni patriarcali che colpiscono sia le donne che gli uomini”. Il libro è una risposta al fiorente mercato di testi esistenti sull’empowerment femminile e rappresenta tematiche che emergono dalle relazioni-una su tutte quella del consenso- con esempi e fumetti accessibili per ogni tipo di lettore e lettrice. A dialogo con Nicoletta Mandolini, ricercatrice dell’Universidad do Minho, specializzata in rappresentazione della violenza di genere, ci sono anche il collettivo Moleste, che ha pubblicato in gennaio il numero uno della sua rivista SMACK! con Eris Edizioni. La fanzine ha un collante tematico che ruota attorno all’elemento corporeo del pelo, come carattere fisico dove si articolano diversi e odiosi stereotipi di genere e che ricalca la divisione binaria, alla base di tutte le discriminazioni. Mandolini fa il punto sulla discriminazione di vario genere che tutte le donne subiscono, contestualizzando su come il femminismo abbia abbandonato gli ambiti della militanza e degli studi di genere per invadere anche i prodotti mainstream come fumetto e videogiochi. Nel fumetto Le mantidi (Tunué) scritto ed illustrato dall’esordiente Sara Dealbera, l’autrice immagina una società matriarcale isolata come metafora del femminismo separatista. Le donne vivono proibendo la presenza del maschio all’interno della comunità, creando un safe space per le donne. Considerando il destino di troppe donne nel mondo reale, l’inversione raggiunge il climax quando il lettore capisce che gli uomini vengono uccisi proprio in quanto uomini. Nel panel anche Kenobit, musicista creatore del gruppo telegram Decostruttori, gruppo di approfondimento che si batte per la decostruzione degli stereotipi sessisti e maschilisti.

Corpo e genere
Nella storia di Samuel Spano in Bambine matte 2, autoproduzione di Catapecchia editrice che risponde a Percy Bertolini, la protagonista Andy taglia i capelli alla sua Barbie e poi fa lo stesso con sé stessa. I suoi genitori si arrabbiano così tanto che Andy capisce che il corpo, come la Barbie, “è un regalo che non ci appartiene”. Come spiega Percy Bertolini «anche Dylan Dog ha un corpo, ma è un corpo conforme; quando il corpo non è conforme, la tematica emerge». In Da sola (Diabolo edizioni, 2021) l’autrice aveva esplorato la non conformità rispetto alle categorie binarie di genere, che come ricorda durante l’incontro sono costrutti sociali, che determinano anche la difficoltà di liberarsi dalla codificazione iconica dei corpi. Per questo la protagonista di Da sola non ha caratteri sessuali, ma il pelo copre metà del suo corpo; è un personaggio che non risponde ai codici binari del nostro mondo e come le bambine matte della sua fanzine, è stato fortemente medicalizzato nel tentativo di normalizzarlo. Le piccole protagoniste del suo Scuola di butch (serie nata su Instagram le cui personagge riappaiono anche nella fanzine) sono lesbiche o “personcine del margine”.

Anche per questo la fanzine è realizzata con pochi mezzi e con semplicità imposta, un po’ perché le vite delle autrici lesbiche o non binarie sono sempre difficili e precarie, un po’ perché questo garantisce un prezzo contenuto affinché le storie siano accessibili a tutte e tutti. Di genere parla anche il saggio uscito in novembre per Asterisco edizioni e curato da Giorgia Sallusti: Genere e Giappone riunisce contributi di studiose che analizzano l’espressione di genere in prodotti culturali e dell’entertainment provenienti dal Giappone. Con anime e manga in gran spolvero, il libro offre riflessioni su fenomeni cult degli anni ’90, come Sailor moon, ma anche su prodotti mainstream più recenti come Aggretsuko, personaggi che con diverse modalità e in tempi diversi hanno messo in discussione la rappresentazione di genere influenzando le giovani lettrici e spettatrici, non solo orientali, come ben sappiamo. Nella sua natura ibrida, il fumetto si riconferma uno spazio preferenziale per abbattere costruzioni asfittiche, quelle separazioni tra generi da superare necessariamente per abbattere le discriminazioni che minano la nostra società.