«Il numero di utenti in coda davanti a te è 723.187». Questo è il messaggio tipo che gli italiani si sono trovati davanti sul sito buonomobilita.it, lo strumento usato dal ministero dell’Ambiente per click day per accaparrarsi il bonus bici previsto dal governo con il decreto Rilancio di maggio. Tra crash del sito, file virtuali chilometriche e problemi con lo Spid, l’identità digitale necessaria per fare la richiesta su Poste Italiane e altri operatori, il clickday – strumento utilizzato per la limitazioni dei fondi: chi clicca prima prende il bonus, gli altri si attaccano – si è trasformato in un incubo per centinaia di migliaia di italiani che hanno comprato o compreranno entro dicembre «biciclette, anche a pedalata assistita, di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (monopattini, hoverboard e segway) e per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture». Il buono mobilità è un contributo pari al 60 per cento della spesa sostenuta, in misura non superiore a euro 500.

I PROBLEMI CI SONO GIÀ AL VIA: quando tutti sono pronti al nastro di partenza, un minuto prima delle 9, ossia la fatidica «ora X» stabilita per l’accesso alla sala d’attesa virtuale, il sito va in tilt con la piattaforma che non dà più risposta.
Occorre mezzora per ripristinare tutto e i più fortunati vengono poi ammessi in una sala d’attesa virtuale dove alle 10 del mattino sono già oltre 250 mila le persone in coda per entrare all’area riservata con le credenziali Spid.

QUANDO FINALMENTE DOPO ORE di attesa arriva il loro turno, sorge l’ostacolo Spid dell’app PosteId, che copre il 90% degli utenti, bloccando l’accesso all’area riservata invece di dare il via libera. (Chi scrive alle ore 20 con Aruba non ha avuto alcun problema).
Per molti diventa una sorta di gioco dell’Oca, che costringe a ripartire dalla coda. Per migliaia di utenti questo si rivelerà un ostacolo insormontabile in quanto risulterà impossibile l’autenticazione Spid: il sistema spesso non riconosce la username o password dell’utente o addirittura il codice stesso inviato da Poste sul telefonino delle persone, che alla fine rinunciano all’impresa di cercare di intascare il tanto agognato bonus mobilità. Lo Spid di Poste ripartirà in tarda serata.

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa non nasconde l’arrabbiatura. Fa sapere di aver telefonato «infuriato» ai dirigenti di Sogei, la società del ministero dell’Economia che gestisce il sito web per l’erogazione del bonus mobilità e di Poste, chiedendo loro di seguire in prima persona tutta la vicenda. Il ministro prova poi a rassicurare invitando «tutti a entrare nel sistema anche con calma, anche nei prossimi giorni, perché abbiamo appostato altri fondi ad hoc in legge di Stabilità e assicuro che tutti coloro che hanno una fattura o uno scontrino parlante al 2 novembre saranno rimborsati».

IL PLAFOND PREVISTO, secondo quanto indica il sito dello stesso ministero dell’Ambiente, è di 215 milioni di euro. Alle 18.30 i fondi erogati ammontavano a 36 milioni di euro. La vicenda scatena le opposizioni e anche Italia Viva – un partito non certo di ambientalisti – che criticano il ministro Costa e non Poste e Sogei.

Critiche anche le associazioni dei consumatori che contestano lo strumento utilizzato: «È ora di finirla con questi click day, un metodo a dir poco primitivo, che costringe i consumatori a fare una gara a chi arriva primo».

«Io non gradisco il click day – commenta in serata il ministro Costa – ma lascio fare a ciascuno il suo mestiere anche se, a questo punto, mi prendo la responsabilità dell’inciampo. La risposta dei cittadini è stata significativa – continua – ci aspettavamo 10-20 click al secondo, ne sono arrivati 50 e comunque 100 mila persone alle 18 sono state soddisfatte, ne avanzano 500 mila ma nel giro di una settimana la vicenda la chiudiamo», promette.