Assunzioni straordinarie, in particolare per archivi e biblioteche, sovrintendenze e musei – «Veniamo da un blocco totale del turn over, siamo sotto pianta organica. Dobbiamo farlo bene con concorsi pubblici, senza dimenticare la parte gestionale e senza contratti precari»; un maggiore sostegno ai musei specie quelli più piccoli, e in generale al patrimonio culturale italiano – «Deve essere valorizzato, tutelato. Bisogna renderlo più fruibile e più conosciuto a partire dalle scuole»; una maggiore visibilità per la moda – «È ridicolo che in Italia non ci sia un museo di settore». Ma soprattutto più risorse a tutta la cultura.

 

È questa la priorità fissata ieri dal neo ministro (Cinquestelle) dei Beni culturali Alberto Bonisoli davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato: più soldi alla cultura con un sostegno dello stato in ognuno dei suoi settori, dallo spettacolo dal vivo – «Che necessita di una nuova legge» – alle fondazioni lirico-sinfoniche – «Un patrimonio per il Paese, dobbiamo scommettere sul loro futuro»- al cinema. «I tempi dei tagli alla cultura sono finiti, chi è arrivato prima di me ha già fatto molto ma la nostra ambizione è alta, puntiamo a un cambio di passo» ha detto Bon isoli alla sua prima esperienza nel salone di Montecitorio, mentre al suo fianco scorrevano sul grande schermo quindici slide ognuno diviso in vari capitoli.

 

 

«Il ministro Franceschini ha aumentato il bilancio del ministero ma c’è necessità di andare ancora oltre, di un vero e proprio cambio di passo. Il Mibact -ha aggiunto Bonisoli – a differenza differenza di altri dicasteri non fa rumore quando si taglia, è difficile che qualcuno se ne accorga».
Per il ministro ci sono almeno tre aspetti che possono essere concretizzati da un uso intelligente della cultura: la produzione di conoscenza, nuove filiere economiche e la realizzazione del profitto dal punto di vista lavorativo.

 

Tra le diverse questioni centrali la decisione sulle domeniche gratuite ai musei che rimarranno fino a agosto e settembre poi è tutto da vedere . La 18 App che verrà prorogata per il 2018 e il 2019 ma con dei correttivi rispetto l’esperienza renziana. «Ci vogliono aperture a tutti i giovani e attenzione ai più disagiati, le industrie creative ci aiutino» ha spiegato Bonisoli.

 

Al centro anche la questione di Matera capitale della cultura 2019: « Ci sono dei ritardi strutturali e non credo che verranno completamente recuperati. Ma dobbiamo mobilitare le risorse culturali del paese perché questa è un’occasione che il Paese non può perdere».