«Tutti dobbiamo cominciare a lavorare a una riforma del Csm, del resto era scritto nel contratto di governo. Ci vogliono criteri obiettivi che premino il merito», è la posizione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in merito al caso Palamara che sta minando il Consiglio superiore della magistratura.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per una volta concorda con il collega pentastellato: «È urgente una riforma dei criteri di nomina ed elezione del Csm e la riforma dell’ordinamento giudiziario». Bonafede in serata è salito al Quirinale per un incontro con il presidente Sergio Mattarella in cui avrebbe appunto presentato le proposte di riforma del Consiglio superiore della magistratura.

Il pm del tribunale di Roma, Luca Palamara, accusato dalla procura di Perugia di corruzione, ha già sostenuto due interrogatori. Oggi i suoi avvocati depositeranno una memoria difensiva di circa 70 pagine con le ricevute relative ad acquisti, viaggi e la ristrutturazione della casa. Dovrebbero scagionarlo dal sospetto di essere stato corrotto dal lobbista Fabrizio Centofanti per favorire gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Palamara deve rispondere anche del tentativo, ipotizzato dai pm umbri, di condizionare le nomine ai vertici delle procure di Roma, Perugia, Brescia e Gela attraverso una cordata di magistrati con l’avallo dei parlamentari del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri.

L’inchiesta umbra potrebbe influenzare la riforma del Csm. Ieri i Giuristi democratici hanno dato l’allarme: «Lo scandalo rischia di rendere negativo, agli occhi dei cittadini, il ruolo della magistratura in un momento in cui la stessa magistratura è sotto attacco da parte del governo, che spinge per realizzare la separazione delle carriere e per introdurre criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti, imposte dall’esecutivo, mettendo in discussione il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale». Oggetto dell’analisi anche l’iniziativa del Viminale contro i giudici che hanno pronunciato sentenze favorevoli all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo: «Quello del ministro è un intervento di inedita e inaudita gravità. Il tentativo esplicito è quello di colpire magistrati sgraditi al Viminale mediante un’opera di dossieraggio». Il risultato, secondo i Giuristi democratici, sarebbe «portare il pm sotto il controllo della maggioranza di governo e porrebbe in grave crisi l’autonomia della magistratura».

Cristina Ornano, segretaria di Area (la corrente dei magistrati progressisti) avverte: «Il tema non è solo la corruzione. Il tema è soprattutto quello di un tentativo di etero-direzione della giustizia da parte di una lobby occulta. Un brigare per interessi personali alle spalle della democrazia». Per concludere: «Siamo contrari alla proposta di riforma costituzionale del Csm (che prevede la separazione delle carriere, un doppio autogoverno, la diminuzione del numero dei togati) e all’introduzione del sorteggio. Si tratta di progetti che vogliono gerarchizzare la magistratura, dunque renderla più controllabile dall’esterno».