Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, domani voi e la Cgil avete indetto uno sciopero generale di quattro ore che l’ennesima strage sul lavoro al bacino di Suviana rende ancora più appropriato.
Dopo Firenze e dopo Brandizzo, l’ennesima strage. Siamo davanti a una guerra civile che ogni giorno conta tre morti. Una guerra che ha responsabilità chiare, nel caso di Suviana evidenti. La nostra categoria aveva denunciato con lettere formali la mancanza di manutenzione in particolare sulla diga di Suviana. La ragione di questa mancanza sta anche nel passaggio di competenze sulle centrali idroelettriche: dallo stato alle Regioni, in nome dell’autonomia.

Come Uil avete da poco portato in piazza le bare di tutti i morti sul lavoro del 2023. Come fermare la striscia di sangue? Il governo ci sta provando?
Fino ad oggi il governo ha dato solo risposte parziali alle nostre richieste. Si continua a morire, gli interventi fatti non sono serviti a nulla: siamo esattamente nella situazione identica a un mese fa. Noi testardamente continuiamo a pensare che anche una sola vittima sul lavoro sia inaccettabile. Lo sciopero generale di quattro ore è l’ulteriore testimonianza di quanto tutti i lavoratori sono sensibili al tema della sicurezza e lo ritengano centrale.

Meloni e Calderone hanno ignorato le nostre proposte. Chiediamo che chi è responsabile venga escluso da tutti gli appalti, ora invece c’è un grave rischio prescrizione sui reati

Il governo Meloni con la ministra Calderone è intervenuto con norme in un decreto omnibus rivendendosi come epocale l’introduzione della «patente a crediti» per le imprese e, in sede di conversione, accettando alcune delle modifiche dai voi richieste. Un’operazione per cercare di dimostrare all’opinione pubblica di intervenire più sul piano mediatico che sulla sostanza del problema.
Noi da anni abbiamo chiesto unitariamente con Cisl e Cgil la patente a punti, che è cosa ben diversa dalla patente a crediti. A parte il fatto che i crediti si recuperano con semplici corsi di formazione, nell’impianto del governo c’è un problema ancora più grave: le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza verrebbero sanzionate solo alla fine dell’esito di un procedimento giudiziario. E anche nel caso di condanna in primo grado, bisognerebbe attendere il verdetto definitivo con un forte rischio di prescrizione del reato: a causa degli effetti della riforma Cartabia, infatti, in appello i processi per reati che non prevedono l’arresto – come gran parte di quelli per violazioni di sicurezza sul lavoro – vengono messi da parte, anche per anni.

Rischio prescrizione a parte, cosa servirebbe per cambiare la situazione?
Noi chiediamo una norma semplice e intuitiva: lo stato escluda le aziende che non rispettano la sicurezza da tutti gli appalti pubblici. Ma il governo non ci ascolta. Per fortuna lo fanno altre istituzioni: i sindaci di Roma, Firenze e Bologna hanno sottoscritto con noi Protocolli sulla legalità che eliminano i sub appalti e allargano ai privati le norme che sono previste nel settore pubblico.

La mobilitazione vostra e della Cgil contro il governo è molto articolata: sabato 20 sarete in piazza per difendere la sanità pubblica.
Sì, saremo in piazza finché il governo Meloni non ci ascolterà. Ripartiamo dalla sanità pubblica che è al collasso. Il suo degrado è sotto gli occhi di tutti, in modo particolare lo sanno le persone normali che loro malgrado sono costrette a frequentare i Pronto soccorsi. Meloni continua a sostenere di aver aumentato i finanziamenti complessivi ma qualunque cittadino ha la dimostrazione quotidiana che non è così e che anzi il governo sta svendendo la sanità ai privati. Milioni di italiani non si curano più e non accedono ai servizi di prevenzione perché le liste di attesa sono troppo lunghe. Tutto questo non è da paese civile.

L’altro tema caldo per voi è quello dei rinnovi contrattuali e del fisco.
Sì, sui rinnovi contrattuali lo stesso governo non ha messo risorse sufficienti per il settore pubblico come noi sosteniamo dall’autunno e difatti non si arriva alla firma. Il tema del fisco è decisivo: il governo Meloni sta portando avanti una riforma che aiuta solo i furbi. Il peso della tassazione rimane tutto su lavoratori e pensionati e nel contempo per decreto a chi non paga le tasse si dà la possibilità di rateizzare in 10 anni. Se andiamo avanti così, proporremo anche noi che anche i lavoratori dipendenti abbiano tutti i soldi a disposizione e che possano pagare le tasse quando vogliono. E una provocazione ma abolire il sostituto di imposta metterebbe tutti nelle stesse condizioni.

Il 25 aprile lei interverrà dal palco di Milano nella manifestazione che il manifesto ha rilanciato a trent’anni da quella per l’arrivo di Berlusconi e della destra al governo. Anche lei considera ugualmente dirimente il momento politico, seppur in ottica europea.
Assolutamente sì. Richiamarsi ai valori della Liberazione e della Costituzione è fondamentale in un momento come questo dove i partiti neofascisti e neonazisti alzano la testa in molti paesi europei. Questo rende la manifestazione di Milano ancora più necessaria e nuova per rivendicare quei valori davanti a forme inedite di fascismo.