La destra contro la costruzione di nuove strade. Pd, 5 Stelle e sinistra invece a favore. A Bologna ieri si è ribaltato almeno per qualche ora il senso comune della politica nazionale. La maggioranza di centro sinistra guidata dal sindaco Pd Matteo Lepore ha difeso e annunciato il voto a favore del Passante, cioè dei lavori che porteranno all’ampliamento di tangenziale e autostrada e che nel punto più largo fra 5 anni toccheranno le 18 corsie. Lega, Forza Italia e FdI hanno invece fatto le barricate. Questione di opportunità politica del momento, ovviamente, perché così la destra ha rigirato il coltello nella ferita.

La ferita è quella nella larghissima compagine che governa Bologna, che sbanda per la prima volta perché i Verdi scelgono di votare ‘no’ arrivando ai ferri cortissimi con sindaco e compagni di maggioranza, con cui volano parole grosse. «Nuove strade creano nuovo traffico, per questo noi votiamo contro», ha detto il consigliere Davide Celli. Una posizione sostenuta anche dai vertici nazionali di Europa Verde.

Ma la ferita, anzi la lacerazione, è anche quella che si è creata tra il centro sinistra e i movimenti ambientalisti, da sempre contrari al Passante. «Quelli che hanno votato per l’allargamento anche se lo sostengono non ci rappresentano, e come ha detto Greta Thunberg il loro è un semplice bla bla bla, solo greenwashing», ha spiegato Beatrice Trentin, 21 anni, una delle anime del movimento Fridays For Future cittadino. «Così la Bologna carbon neutral promessa in campagna elettorale non sarà mai raggiunta», attacca Claudio Dellucca di Legambiente. La Rete delle lotte ambientali bolognesi ha manifestato ieri sotto al Comune, e annuncia una nuova manifestazione il 16 gennaio: «Aver fissato il voto a Natale significa non volere i cittadini tra i piedi. Che approvino opere devastanti in solitudine, noi torneremo in piazza».

A votare ‘sì’ all’allargamento del Passante – definito esempio della transizione ecologica – sono stati i consiglieri del Pd, del M5S e di Coalizione Civica, la rete della sinistra bolognese che vede al proprio interno anche Sinistra Italiana. «Ci assumiamo finalmente la responsabilità di fare qualcosa di fronte ad un Passante che già esiste e già inquina», ha affermato il sindaco Matteo Lepore difendendo l’ampliamento e rivendicando le connesse mitigazioni (pannelli solari, vernici cattura smog, filtri in galleria, nuovi alberi) e la cosiddetta «fase due» che vedrà una nuova discussione per concordare ulteriori miglioramenti. Per ora, ha lasciato intendere il sindaco, Bologna non ce la fa a cambiare il paradigma dominante della mobilità basata sull’automobile: «Può la città da sola decidere cosa passerà dalla A14? No, non può». Quel che può fare è invece attenuare l’impatto di questa grande opera che comunque, ha sostenuto, risolverà il problema del traffico.

Solo pochi giorni fa il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in un’intervista aveva promesso nuove strade e autostrade in tutta la regione dichiarando di «non voler mollare di un centimetro». Le parole del sindaco Lepore più che un «vorrei ma non posso» sono state però un esercizio di equilibrismo politico per tenere assieme le anime della sua maggioranza. Quando fu siglato l’accordo tra il Pd di Lepore e la sinistra di Coalizione civica, accordo che portò al larghissimo successo elettorale dello scorso ottobre, fu la stessa Coalizione a spiegare che sul Passante non c’era spazio per fare cambiare posizione al Pd.

Vincenzo Balzani, scienziato di fama internazionale, fu chiamato nel 2017 dal Comune di Bologna per partecipare alla scrittura del Piano della mobilità sostenibile. Racconta al manifesto: «Quando all’epoca dissi che il Passante secondo me non era compatibile con il concetto di mobilità sostenibile sa cosa mi rispose il precedente sindaco? Che si poteva discutere di tutto ma non di quello. Mi pare non sia cambiato molto, il Passante sarà un’opera rovinosa e le mitigazioni non cambieranno la follia di fondo dell’opera».