«Pronto Matteo? sono il leader Turco, ti chiamo per farti una proposta visto che su giustizia e legalità abbiamo le stesse posizioni radicali» ; «Recep, vecchio pirata, che piacere sentirti… ma che progressi col tuo italiano…”»
Già, sulle prime Salvini scambia il leader del Partito Radicale per l’uomo forte di Turchia, Erdogan, ma chiarito il qui pro quo prende la palla al balzo: «ok Maurizio ci sto, uniamoci per colpire insieme l’odiato giustizialismo». Ma come? diranno gli sciocchi, lo stesso maramaldo che a pane e giustizialismo s’è fatto chiatto chiatto, mo’ vuole infierire sulla magistratura agonizzante per troppi bocconi amari e palamari? Niente affatto. Perché a dispetto di tante balle per farcelo apparire come un boia, Matteo è sempre stato un fior fior di garantista. Prendete i famigerati cappi esibiti in Parlamento ai tempi di Tangentopoli: furono fatti passare per incitamento al linciaggio, ma lui voleva solo dire: «suvvia, non impicchiamoci all’idea che chi è indagato è già colpevole». E quando si faceva i selfie con i secondini accusati di tortura postandoli sui social? palese smascheramento di chi, prima di alzare le mani, si calava un cappuccio sul volto. Quando poi rivendicava il diritto di sparare alle spalle di un ladruncolo in fuga è fin troppo chiaro che invitava sì, a sparare, ma innocui fuochi d’artificio per festeggiare lo sventato furto.

Lo strombazzato scandalo poi, di quando andava a citofonare a presunti spacciatori… non era certo per metterli alla gogna, quanto piuttosto per metterli in guardia che erano ingiustamente sulla bocca dei vicini di casa. Il ripetuto gesto di esibire alla telecamere i polsi incrociati? «altro povero cristo messo in croce» voleva simboleggiare, mica manette. Le incriminate frasi «buttare le chiavi» e «far marcire in galera?» False! Matteo ha sempre detto: «buttane le chiavi» e «marciare sulla galera» rievocando il liberatorio assalto alla Bastiglia.
Insinuano infine i detrattori che respingendo tutti quei migranti, Matteo abbia impedito alle autorità di giudicare se uno era stato orrendamente perseguitato… ma un qualunque iscritto al primo anno di psicologia vi dirà che quei brutti ricordi fanno rivivere una seconda volta le medesime orrende persecuzioni, trauma che il pietoso Matteo ha inteso risparmiare a quei poveretti. E ora ci rischia pure una condanna. Valga allora questa coraggiosa alleanza col Turco, a sfatare la falsa narrazione del buon Matteo come uomo cattivo e severo. E a fargli evitare la severino.