Ennesima fumata grigia per Termini Imerese e la sua infinita reindustrializzazione dopo l’addio della Fiat del 2011. Il tavolo al ministero dello Sviluppo per la vertenza Blutec doveva essere risolutivo per l’avanzamento del piano industriale partito nel 2014 per la produzione di auto e componenti elettrici e mai decollato. Alla presenza del vice capo di gabinetto del ministero Giorgio Sorial – l’uomo di Di Maio per le crisi aziendali- , delle istituzioni locali, dei rappresentanti dell’azienda e delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fim, Fiom e Uilm invece l’azienda ha continuato a prendere tempo, indispettendo i sindacati.
«L’azienda ci ha presentato un piano di carta – commenta Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom e Roberto Mastrosimone, segretario generale della Fiom Sicilia – . Noi riteniamo indispensabile riaprire la vertenza Termini Imerese con la ricerca di nuovi investitori. Per quanto ci riguarda ci sono forti dubbi e poche certezze riguardo l’attuazione del piano industriale di Blutec. Lo slittamento del progetto Doblò (modello Fca, ndr) , l’attesa dell’assegnazione della gara per il veicolo delle Poste italiane, solo un gentleman agreement per il progetto Ducato e operazioni difficilmente verificabili per i progetti per la spiaggina e quelli con i partner cinesi non danno le certezze necessarie per il completo riassorbimento dei lavoratori. In tutto ciò non è assolutamente chiara l’assunzione di responsabilità di Fca».
Ancora in alto mare anche il prolungamento della cassa integrazione straordinaria, promessa dal ministro Di Maio nell’incontro di due sabati fa a Termini Imerese, quando i quasi 500 lavoratori avevano occupato la sede del comune del palermitano.
Sorial ha comunicato che l’iter parlamentare del decreto sulla cassa, per garantire ai lavoratori sei mesi di cassa integrazione, si dovrebbe concludere «entro fine marzo». «Stando così le cose, però, non siamo convinti che alla scadenza degli ammortizzatori sociali l’azienda riuscirà a portare tutti i lavoratori in azienda, ma la preoccupazione maggiore è per i lavoratori dell’indotto che rischiano più di tutti la continuità di reddito», commenta però la Fiom.
Un nuovo incontro è stato fissato per il 9 aprile. «L’azienda dovrà dimostrare, con concreti passi in avanti, che il piano industriale procede nel rispetto degli impegni presi per la reindustrializzazione e la salvaguardia dei lavoratori», ha commentato Sorial