Governo e sindacati rischiano la rottura sul prolungamento del blocco dei licenziamenti. L’incontro va avanti nella notte con toni forti e le parti ancora molto distanti. I sindacati chiedevano di mantenere il blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’emergenza, il governo propone invece la fine gennaio – termine dell’attuale stato di emergenza.
Alle 21 la riunione è stata sospesa e i sindacati si sono riuniti per decidere il da farsi, senza escludere la rottura con il governo e una mobilitazione.
Nel governo è il ministro Roberto Gualtieri ad essere inamovibile su mantenere il blocco non oltre fine gennaio, mentre la ministra Nunzia Catalfo è sembrata più possibilista ad un prolungamento a seconda della situazione della pandemia.
Nel giorno in cui si annuncia l’accordo sul contratto legno-arredo – ancora sconosciuti i dettagli dell’accordo – e la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi alla fine delle manifestazioni dei lavoratori invita al dialogo sul contratto Multiservizi nel giorno della mobilitazione, fra governo e sindacati confederali si litiga sui licenziamenti.
Cominciato con un’ora e mezzo di ritardo rispetto alle 18 previste, l’incontro in videoconferenza, tra governo e sindacati sulla manovra e le prossime misure sugli ammortizzatori sociali vede il governo rappresentato dai ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e del Lavoro Nunzia Catalfo confrontarsi con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil che subito spiegano: «Sin che dura questa straordinaria condizione di crisi sanitaria» bisogna garantire la tutela dei lavoratori. Una posizione ribadita, con «preoccupazione», già nel confronto di sabato scorso
Lo aveva anticipato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo all’iniziativa per celebrare i 40 anni della Filt Cgil, sottolineando che «se dovessimo trovarci in una situazione in cui qualcuno ci spiega che dal primo gennaio del prossimo anno si può tornare a licenziare, questo non sarebbe per noi accettabile».
Una posizione condivisa da Annamaria Furlan: «La Cassa Covid e il blocco dei licenziamenti devono proseguire «per tutta la durata dell’emergenza: dall’inizio dell’emergenza sono stati persi 700.000 posti di lavoro. Sarebbe insopportabile e ingiustificato allargare le maglie».
«La crisi sociale è dietro l’angolo e noi siamo molto preoccupati: chiediamo alla politica e al governo di non chiudere gli occhi», afferma il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri,
La proposta del governo era di mantenere il blocco fino a fine anno per poi variare la normativa in legge di bilancio. Se i licenziamenti collettivi sarebbero rimasti bloccati per tutte le aziende che utilizzano la cassa Covid o gli sgravi per chi ha fatto rientrare lavoratori dalla cassa integrazione, i licenziamenti individuali sarebbero invece tornati in cambio però di una sorta di contributo che le imprese dovevano pagare per finanziare gli ammortizzatori sociali.
Una proposta subito bollata come «tassa» da tutta la destra e da Confindustria che si lamentava di non essere stata coinvolta nel tavolo di confronto.
Dopo gli annunci di battaglia dei sindacati che volevano il blocco fino a primavera però il governo è arrivato alla riunione proponendo di prorogare lo stop ai licenziamenti fino a tutto gennaio.
Ma da lì il governo non si era mosso. Mandando su tutte le furie Cgil, Cisl e Uil.