Pare che la pazienza della gente di Niscemi e della Sicilia sia arrivata ad un punto estremo. Sono oramai mesi che si protrae una specie di danza macabra intorno alle parabole del Muos, il sistema di telecomunicazioni belliche in costruzione presso la base Nrtf (Naval research test facility) entro la sughereta di Niscemi.

Molti gli attori di questa danza, con ruoli di «cattivi» e «buoni». Fra i primi, la Marina militare Usa, il governo e il console americano, il governo italiano succube. Fra i secondi, il governo regionale siciliano, il sindaco di Niscemi, l’Assemblea regionale siciliana.

I «buoni» hanno revocato le autorizzazioni alla costruzione del Muos e volevano il sottoscritto ed altri scienziati indipendenti in una Commissione per studiarne gli effetti ambientali; i «cattivi» non hanno di fatto nominato la Commissione ed hanno incaricato l’Istituto superiore di sanità, senza l’aiuto di nessun esterno, di emettere un rapporto che dovrebbe rassicurarci sulla innocuità del Muos entro il 31 maggio.

Intanto, i lavori all’interno della Base continuano – nonostante sia ormai un cantiere abusivo – e le antenne del Nrtf sono sempre accese, nonostante misurazioni recenti dell’Arpa siciliana dimostrino che in diverse case del comune di Niscemi vengano oltrepassati i limiti di legge. I blocchi del popolo No-Muos sono ripresi in questi giorni per impedire l’ingresso agli operai nel cantiere della base.

Ieri mattina è però iniziata una nuova fase: le antenne del Nrtf sono state messe a norma, come prescrive la legge in caso di superamenti, costringendo gli americani a spegnerle: lo ha fatto la popolazione stessa. Quattro attivisti No-Muos si sono infatti arrampicati sulle antenne all’interno della base, con atto di grande coraggio e responsabilità civile: il legame fra Niscemi e la Valsusa è evidente, dato che fra i cittadini arrampicatisi sulle antenne troviamo il pacifista Turi Vaccaro, non nuovo a queste imprese, sia in Valsusa che in diverse basi militari. Gli altri sono due ragazze e un ragazzo, Nicola, già protagonista in passato di un lungo digiuno di protesta in Valsusa.

Proprio ricordando l’incidente a Luca Abbà in Valsusa, il Comitato mamme No-Muos e tutti i presidianti hanno richiesto con forza l’arrivo di autoambulanze, che i serafici statunitensi non si erano neppure peritati di chiamare. Hanno resistito per dieci ore sulle antenne Turi e Nicola, mentre gli altri hanno dovuto scendere quasi subito ed insieme ad alcuni altri cittadini sono stati portati in Questura e denunciati per «ingresso arbitrario in luogo dove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato».

Il sindaco Francesco La Rosa ha richiesto di entrare nella Base per poter portare cibo ai due cittadini, ma il permesso gli è stato negato. A questo punto, le mamme No-Muos si sono legate davanti ad un ingresso della base, richiedendo che a Turi e Nicola – sulle antenne dalle 8 del mattino – venga data una qualche risposta dalle autorità. «Quelli sulle antenne» hanno voluto avere garanzia che le antenne fossero spente per sempre, e il Muos smantellato; invece che, come penosamente ha dichiarato il nostro ministero della Difesa, «continuino dei lavori di predisposizione». Turi ha provveduto con delle tenaglie a disattivare l’antenna sulla quale è arrampicato.

In serata, dopo che l’occupazione dei militanti No-Muos aveva avuto termine, il ministero della Difesa ha reso noto un comunicato in cui gli impianti della Naval radio transmitter facility vengono definiti come «indispensabili per le operazioni della Nato nel Mediterraneo e quindi per la sicurezza nazionale».

Siamo uno Stato occupato e pieno di basi militari: fa davvero specie che l’attuale governo nazionale, dinanzi ad un pronunciamento chiaro della popolazione siciliana e delle sue autorità regionali e locali, non abbia altra preoccupazione che dirigere un balletto – macabro appunto perché giocato sulla vita della popolazione niscemese e dei dintorni – atto a realizzare ad ogni costo la volontà del potente alleato Usa.

[do action=”citazione”]Noi non siamo né buoni né cattivi, ma idealmente siamo tutti arrampicati o legati con loro[/do]
Chi blocca gli operai del cantiere Muos fa rispettare la legge, dato che non esistono più autorizzazioni e quel cantiere è abusivo. Chi si arrampica sulle antenne fa rispettare la legge, che imporrebbe la loro messa a norma e spegnimento, dato che inquinano oltre i livelli permessi. La legalità non sta dalla parte degli occupanti statunitensi, e neppure dei loro manutengoli governativi nazionali: la legalità sta nel popolo, non soltanto per l’articolo 1 della Costituzione, ma nella realtà dei fatti e della giustizia. Respingiamo la denuncia che gli attivisti hanno subito. Sia concesso al popolo siciliano di far valere le proprie ragioni, a fronte di precisi impegni: americani, andatevene, a Niscemi nessuno vi vuole.