È finito male il blitz tentato nella notte tra giovedì e venerdì dai velivoli della Coalizione internazionale anti-Isis nel tentativo di liberare il pilota giordano Muadh al Kassasbe, catturato nei giorni scorsi dai jihadisti nel nord della Siria (il suo F-16 è precipitato il 24 dicembre, colpito da un razzo secondo l’Isis, per un guasto tecnico secondo la Coalizione).

Secondo quanto riferiscono all’Ansa fonti locali a Raqqa, raggiunte telefonicamente via Skype, gli elicotteri della Coalizione sono stati investiti ripetutamente dal fuoco della contraerea jihadista e sono stati costretti ad abbandonare la missione. L’ostaggio, secondo fonti non confermate, ma rilanciate dall’agenzia stampa libanese Al Mayadeen e riprese dalla radio israeliana Arutz Sheva, sarebbe stato ucciso dai suoi carcerieri. Pochi giorni fa il pilota era riapparso in una foto, non databile ma successiva alla sua cattura, pubblicata su Dabiq, la rivista in arabo e in inglese dello Stato islamico.

Ci sono anche donne e bambini invece tra le vittime causate dai bombardamenti con cui l’opposizione al regime di Assad, i cui miliziani controllano la zona orientale di Aleppo, ha colpito la zona ovest della città, controllata dalle truppe lealiste. È di almeno 19 uccisi il bilancio finale. I feriti sono oltre 30.

Sempre ieri si è aperta a Istanbul una riunione della Coalizione nazionale siriana, principale raggruppamento di forze anti-Assad supportate dall’Occidente. Il tema principale sul tavolo è l’iniziativa russa per la soluzione della crisi siriana, che prevede colloqui di pace a Mosca e alla quale la Coalizione non ha ancora deciso se aderire. Il raggruppamento dovrà inoltre eleggere il suo nuovo presidente.