Bingo, hotel e chiese: gli schermi dimenticati cambiano pelle
Crisi Tra interruzioni estive e chiusure definitive, le sale romane in grande difficoltà
Crisi Tra interruzioni estive e chiusure definitive, le sale romane in grande difficoltà
Quanti sono i cinema «in paradiso»? L’anno scorso l’associazione Dire Fare Cambiare ne aveva contati nel corso dell’ultimo decennio solo a Roma 43 definitivamente chiusi e 53 già trasformati in negozi, bingo, supermercati, hotel e persino chiese, con continue deroghe al Piano regolatore il quale prevede che, nel recupero delle sale cinematografiche, almeno il 50% resti spazio culturale. Una battaglia che si sta ora combattendo per lo storico Metropolitan a Via del Corso. Tuttavia i numeri potrebbero essere molto più alti se contiamo anche quelle sale di cui non è ancora ufficiale un destino già segnato de facto, come nel caso del Roxy o delle sale del gruppo Ferrero.
L’ULTIMA in ordine di tempo è la multisala King nel quartiere Trieste. Circuito Cinema, la società che la gestisce, parla di una chiusura estiva – insieme a Eurcine, Giulio Cesare e Nuovo Olimpia – ma gli abitanti della zona assicurano di aver visto portare via il mobilio e sono certi che non riaprirà più.
I pochi titoli in uscita e la scarsa affluenza spingono inevitabilmente gli esercenti ad abbassare le serrande per l’estate – è il caso anche del Mignon e del Caravaggio – oppure a rimandare la riapertura, laddove si sia interrotta l’attività con l’irrompere della pandemia. È quello che sta succedendo al Barberini, dove era stata promessa una ripresa delle proiezioni per lo scorso dicembre, mentre il cinema è ancora oggi un cantiere. L’unica buona notizia di questi giorni, come già segnalato ieri, è la prossima riapertura del Fiamma grazie all’acquisizione della Cineteca nazionale.
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