Da Raymond Chandler a Elmore Leonard fino a Richard Price, la scrittura noir ha sempre celebrato il singolo individuo capace di contrastare il sistema. Un eroe, per modo di dire, disinteressato alla redenzione perché richiesta da quelli che puntualmente combatte: le istituzioni politiche, la polizia, la giustizia, le multinazionali. Un solitario che si lascia avvicinare solo da personaggi borderline, fuori dagli schemi e reietti. Un poco di buono dedito al vizio fino alla dipendenza, per niente incline al compromesso nonostante il cinismo ostentato, e disposto a rimetterci il bel muso a suon di pugni. Insomma, l’esempio di una contraddizione vivente che aderisce a un principio etico indeterminato in grado di corrodere, anche involontariamente, la moralità di una moltitudine che obbedisce senza porsi domande.

Nel quadro appena descritto si inserisce a pieno titolo Billy McBride, anche se un tempo era parte integrante del sistema. Fondatore, insieme al tenebroso Donald Cooperman, dell’imponente studio di avvocati Cooperman & McBride, Billy ha attraversato una crisi che lo ha portato ad abbandonare una posizione ragguardevole per rintanarsi in uno squallido motel e seguire distrattamente dei casi minori di spaccio e prostituzione tra una bottiglia di whisky e l’altra.

Una deriva senza fine, con un divorzio, un rapporto complicato con una figlia diciassettenne, un cane che lo segue dall’uscita del bar fino a una delle spiagge californiane di Santa Monica, una decappottabile che è presa di mira dai suoi nemici, e una prostituta che lo aiuta a sbrigare le pratiche. Un giorno, però, irrompe in questa scena depressiva, Patty Solis-Papagian, un’avvocata che normalmente si occupa di vendite immobiliari e che questa volta si trova ad aiutare un’amica in un caso contro una multinazionale delle armi, difesa dall’ex studio di McBride. L’esplosione di una barca, i loschi affari di una società che fabbrica armi per il governo e per i paesi che quello stesso governo in teoria dovrebbe contrastare in nome dell’antiterrorismo, diventano per l’avvocato caduto in disgrazia l’occasione di combattere i colleghi di un tempo e il sistema ai suoi massimi livelli.

Le vicende di McBride sono al centro di Goliath, il nuovo prodotto di Amazon Studios visibile sulla piattaforma Internet, Prime Video. Creata da David E. Kelley (ideatore della serie HBO Big Little Lies con Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Shailene Woodley, a metà marzo su Sky Atlantic), e Jonathan Shapiro, la serie in otto puntate ha per protagonisti Billy Bob Thornton nel ruolo di McBride e William Hurt nell’alter ego Donald Cooperman.

Una storia classica ottimamente orchestrata, nella quale la realtà ancora una volta è identificata con il colore nero. I potenti sono sempre più potenti e i deboli sempre più deboli. Tuttavia, almeno nella finzione, riusciamo a empatizzare con un eroe scassato e non con il riccone di turno che promette (contro il sistema!) riscatto e rinnovata grandezza.