Le biblioteche censite nell’Anagrafe delle biblioteche italiane (ministero Beni e attività culturali e turismo) sono 13.348, non tutte funzionanti. Tra queste 6.929 appartengono a enti pubblici territoriali, 2.589 a Università, 1.544 a enti ecclesiastici. Poi ci sono le 46 pubbliche statali, comprese le due nazionali.

Per le biblioteche il ministero dei Beni culturali aveva a disposizione poco più di 122 milioni di euro nel 2013, 13 milioni di meno rispetto al 2012. La previsione di spesa per il 2014 è più alta rispetto al 2013, ma rimane comunque solo 0,19% del bilancio dello Stato.

I dati per la spesa per le biblioteche degli enti locali sono accorpati con quelli dei musei e questo ovviamente non è utile per fare una valutazione precisa. Per fornire comunque un’idea relativa all’impegno di spesa 2011 si può parlare per le amministrazioni comunali di circa 785 milioni per le spese correnti e 177 milioni di spesa in conto capitale per biblioteche e musei.

Se si esamina la spesa per le biblioteche anche solo a livello macro si può vedere come la gran parte dei fondi disponibili sia destinato alla spesa corrente per sedi e personale, ma nonostante ciò abbiamo personale insufficiente, mal distribuito e sedi con consistenti problemi di manutenzione e funzionalità.

Negli ultimi anni i tagli generali hanno praticamente annullato le possibilità di investimento a partire dall’aggiornamento professionale fino ad arrivare a intaccare la spesa corrente, il core business per le biblioteche, cioè gli acquisti di libri, riviste, banche dati, risorse digitali ecc. ecc. Possiamo calcolare che dal 2012 al 2013 si è avuto un calo di spesa per acquisto libri (e altre fonti informative) di circa il 22%.
Prendendo in esame i dati disponibili sulle biblioteche di Ente locale (dati 2012) rileviamo una spesa media per gli acquisti di 7.850 euro che corrisponde a circa 54 milioni di euro, meno di in euro per ogni cittadino italiano. Ancora un dato orientativo ci dice che nel 2012 le biblioteche pubbliche hanno avuto quasi 100 milioni di visite finalizzate a usufruire dei diversi servizi. Il costo quindi per visita è di euro 1,79 circa, poco più di un caffé.

La media italiana su base geografica come sempre è poco significativa: il nord presenta performance di particolare interesse anche per la massiccia presenza di reti, efficaci strumenti di cooperazione. Il centro presenta criticità ma anche punti di forza, il sud continentale si trova in posizione arretrata, a parte alcune eccezioni in Puglia, la Sardegna ha risultati incoraggianti.