Notizie di segno opposto arrivano dall’ospedale San Raffale di Milano, dove da mercoledì mattina è ricoverato in terapia intensiva Silvio Berlusconi. Un’altalena di informazioni, prima tutte tendenti al peggio, poi invece ottimistiche sulla capacità dell’86enne ex presidente del Consiglio di reagire alle cure. Tanto che in serata familiari e amici andati a fargli visita, lasciando l’ospedale, hanno interrotto lo stretto riserbo del primo giorno volendo mostrare ai giornalisti segnali di fiducia.

Al mattino, però, la situazione sembrava avviata al peggio. Il Corriere della Sera, nell’edizione in edicola ieri, scriveva che il Cavaliere soffre di una malattia del sangue. Nessun altro giornale ha ritenuto la notizia, che pure era circolata, verificata al punto da poterla pubblicare. Ma già alle nove del mattino l’agenzia Ansa poteva confermare «problemi ematici che destano grave preoccupazione». In attesa del primo bollettino medico, sul quale pure non c’era certezza, dalla cerchia del Cavaliere arrivava alle agenzie anche la notizia che il Cavaliera aveva già cominciato la chemioterapia nel giorno stesso del ricovero. La polmonite che gli aveva compromesso l’ossigenazione, dunque, è una conseguenza del tumore al sangue che lo ha indebolito. Contemporaneamente a queste informazioni preoccupanti, da Forza Italia arrivavano notizie invece incoraggianti circa il fatto che Berlusconi, dal suo letto di terapia intensiva, stava comunque parlando al telefono con diversi esponenti politici, in particolare con il vice presidente del senato Gasparri e con il capogruppo alla camera Barelli. «Mi ha detto che ha lavorato fino a ieri sera e si è interessato dei lavori parlamentari», ha raccontato poi Barelli. Anche il coordinatore del partito Tajani si sforzava di risultare ottimista: «Non bisogna fare allarmismi, i problemi ematici sono normali alla sua età».

Alle tre del pomeriggio il San Raffaele diramava il bollettino, firmato dal professor Alberto Zangrillo, medico personale del Cavaliere e primario rianimatore, e dal professor Fabio Ciceri, primario di ematologia. Silvio Berlusconi, spiegavano ufficialmente i medici dopo oltre 24 ore di silenzio, combatte contro un’infezione polmonare. «

I medici Zangrillo e Ciceri
L’evento infettivo si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta. La strategia terapeutica in atto prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti».

La leucemia mielomonocitica è una malattia neoplastica del midollo osseo che compare solitamente in età avanzata. La forma di cui soffre Berlusconi – da tempo, a quanto informa il bollettino – è di tipo proliferativo. Nel suo sangue ci sono troppi globuli bianchi, in particolare troppi monociti.

 

Il bollettino interrompe la strategia comunicativa del silenzio, che chiaramente stava ottenendo l’effetto opposto a quello, rassicurante, desiderato. La compagna del Cavaliere, la deputata Marta Fascina, non lascia l’ospedale ma i cinque figli del Cavaliere, il fratello Paolo e gli amici Confalonieri, Dell’Utri e Galliani dopo la visita rispondono ai cronisti. «Berlusconi stava dormendo – racconta Confalonieri – c’è preoccupazione però siamo più ottimisti, dai. Oggi l’ho visto molto meglio di ieri». «È un leone», dice il figlio maggiore, Piersilvio, con un mezzo sorriso, prima di entrare in auto. Sulla stessa linea il fratello di Silvio, Paolo Berlusconi: «Siamo più sollevati, c’è un miglioramento. Siamo fiduciosi, è curato nel migliore dei modi».

Evidente il cambio nella strategia comunicativa. E così, poco dopo che i familiari erano andati via dal San Raffaele, ecco l’ultimo squillo del Cavaliere prima che inizi la sua seconda notte in terapia intensiva. Berlusconi, al solito padrone dei tempi scenici, irrompe al telefono in pieno Consiglio dei ministri. Prima delle sette di sera chiama e interrompe i lavori, nemmeno troppo semplici per i ministri ieri pomeriggio, per salutare tutti. Parla prima con la presidente del Consiglio Meloni e poi con il vice presidente Salvini. «Ti aspettiamo presto», gli dice il leghista. Glielo augurano in tanti. Ma per superare la malattia questa volta Berlusconi avrà bisogno di tempo.