«Sono ben lieto di accettare l’invito del segretario della Lega, Matteo Salvini. Non potevamo restare indifferenti dinanzi alle pressioni dei nostri elettori che in questi giorni hanno insistentemente chiesto una forte dimostrazione di unità del centrodestra». Così, con una nota ufficiale, Silvio Berlusconi alla fine cede al leader del Carroccio, e annuncia che domenica sarà anche lui in piazza a Bologna per il «blocca Italia». Il capo forzista scontenta così quella parte del suo partito che cercava di dissuaderlo dal consegnare lo scettro a Salvini, cedendo invece alle pressioni di chi chiedeva una collocazione netta all’opposizione. Tra i primi, Maria Stella Gelmini e Paolo Romani; tra i secondi, Daniela Santanchè, Renato Brunetta e Nunzia Di Girolamo, secondo la quale la decisione di andare a Bologna sarebbe «una dimostrazione di forza e non di debolezza come qualcuno vorrebbe far osservare», perché bisogna unire la coalizione.

L’ex cavaliere ha rotto gli indugi dopo un pranzo con i suoi, mercoledì a palazzo Grazioli. Anche se nella Lega c’è chi sospetta che avesse già deciso di andare, ma ha voluto creare la suspense perché poi lo si sarebbe notato di più.

Comunque sia andata, Salvini canta vittoria: «Sono contento per la presenza di Silvio Berlusconi a Bologna. Un’opposizione finalmente compatta potrà liberare gli italiani dalla sinistra delle tasse e dell’invasione». «Una buona notizia, è un bel segnale ripartire tutti insieme dalla piazza», fa eco Giorgia Meloni, anche lei a Bologna.

La Lega annuncia l’arrivo di centinaia di pullman dal nord e di treni dal sud. Si annunciano contromanifestazioni già da oggi in una città blindata. Mentre il sindaco di Bologna, Virginio Merola, protesta con il leader del Carroccio: «Salvini ha sbagliato città, Bologna è una città aperta». E «manifestare liberamente senza disturbare e provocare danni agli altri è garantito giustamente dalla nostra Costituzione, forse questo concetto gli sfugge».

I Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto domenica terranno un’iniziativa a Roma «con le nostre parole d’ordine moderate, liberali, riformatrici»; per Fitto è «un grave errore» la scelta di Berlusconi, che «massimizzerà il consenso della Lega, e minimizzerà le possibilità di successo del centrodestra contro Renzi». E per Giuliano Ferrara «se Berlusconi va sul palco con Salvini è la fine della sua parabola». »