«Scusa io sto impazzendo e tu mi parli della crisi come una chance?!» Sembra uno degli sfoghi disperati delle ultime telefonate ed è così ma non del tutto. Chi parla è Aelrun Goette una documentarista tedesca che assieme ad altri autori in cortometraggi di 120 secondi racconta la reclusione in quarantena. «4 Wände Berlin. 30 Film mit Abstand» (Berlino in quattro mura. Film a distanza) è un progetto del canale RBB che ha messo anche online le storie brevi degli artisti reclusi. Ad aprire le danze Wim Wenders con «Veränderung» (Cambiamento) ripreso mentre scrive un testo al computer in un bianco e nero soffuso come la sua voce off. Come cambierà la nostra vita, se cambierà? Si chiede Wenders. Sarà rispolverato o scoperto un senso di comunità e di responsabilità per gli altri? Gli eroi di oggi resteranno? Pensieri che scorrono sulla pagina bianca del computer del regista tedesco lì, sulla sua scrivania. È un cortometraggio di gran classe, non ci si poteva aspettare di meno, in effetti. Tuttavia, c’è chi si riprende sul trattore della sua casa in campagna come l’attore Detlev Buck o chi dal ritiro agreste riflette assieme alla moglie sulla situazione come Volker Heise, regista e drammaturgo. C’è anche chi non pone troppa cura in quella che dovrebbe avvicinarsi ad una esigenza artistica e tira via un cortometraggio che ricorda, in realtà, una lagnosa videochiamata ai parenti. Cosa dovrebbe dire allora il documentarista cinese nonché attivista LGBT Popo Fan? Il suo lavoro «Lerne Deutsch in meiner Küche» (Imparo il tedesco in cucina) è senz’altro il più interessante. Popo Fan prepara in casa invitanti noodles e per ogni termine cerca il corrispondente tedesco, ironizza sulla sua presunta abitudine a mangiare pipistrelli e soprattutto inserisce un ragazzo ripreso in metropolitana che lo insulta in quanto untore cinese. Si spera che si riprenda a partire al più presto per sfamare il bisogno di altri essere umani ricordano i registi Lilly Engel e Philipp Fleischmann con un nostalgico montaggio dei loro viaggi. Perfino la fu introvabile carta igienica ha avuto i suoi 15 minuti di gloria: esce dal bagno e diventa oggetto ludico per i figli dell’organista Johannes Unger e rientra nella toilette come assassina nel lavoro dell’attore Pierre Sanoussi-Bliss. Perfino il più umile degli oggetti di vita quotidiana risulta creativamente più utile al cospetto delle sessioni di fitness «casalinguo» negli account Instagram delle nostre mezze celebrità.

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