Agnès Varda, che alla sessantanovesima edizione della Berlinale presenta fuori concorso il documentario Varda par Agnès, sarà premiata con la Berlinale Camera – onorificenza assegnata a personalità nei confronti delle quali il Festival «si sente debitore» – insieme a Sandra Schulberg (fondatrice dell’Independent Filmmaker Project), Wieland Speck (direttore uscente della sezione Panorama che nel 2019 festeggia i suoi quarant’anni) e il regista Herrmann Zschoche. Il Festival di Berlino (7 – 17 febbraio) ha annunciato ieri anche i nomi che comporranno la giuria 2019, presieduta da Juliette Binoche: il regista Sebastian Lelio (vincitore dell’Orso d’argento con la sceneggiatura di Una donna fantastica), la produttrice e attrice Trudie Styler, il critico Justin Chang, l’attrice Sandra Hüller e il curatore della sezione cinematografica del Museum of Modern Arts di New York Rajendra Roy.

INTERPELLATO ieri sulla presenza di un titolo Netflix in concorso, Elisa y Marcela, il direttore del Festival Dieter Kosslick (al suo ultimo anno di mandato), ha detto che il film di Isabel Coixet «rispetta i nostri parametri. Noi proponiamo film adatti al cinema, ed è questo il caso di Elisa y Marcela. Altrimenti non lo avremmo accettato».
La questione posta dallo streaming, ha aggiunto Kosslick, «è ai suoi inizi. Il mondo audiovisivo sta attraversando una fase di grande sconvolgimento, vedremo come andrà a finire. Ma sono convinto che il cinema, nonostante lo streaming, sopravviverà. A differenza di alcune persone, penso anche che in futuro i Festival cinematografici diventeranno ancora più fondamentali invece di perdere la loro importanza. E penso che lo streaming e le rassegne cinematografiche conviveranno».