Esercizio politico delicato, ieri, per papa Bergoglio, che in una visita-lampo (3 ore e 50 in agenda) a Strasburgo è intervenuto di fronte all’Europarlamento e poi all’assemblea del Consiglio d’Europa (istituzione nata nel ’49 per difendere i diritti umani). Ventisei anni dopo Wojtyla, che ha fatto la sua parte per promuovere un’Europa neo-cristiana, Bergoglio si è rivolto alla Ue che in un quarto di secolo è cresciuta da 12 a 28 stati membri (e da 21 a 47 nel Consiglio d’Europa): il papa si è ben guardato dal citare le controverse “radici cristiane”, che nel 2004 la destra avrebbe voluto inserire nel Preambolo del Trattato costituzionale, poi naufragato sotto il doppio “no” olandese e francese. Bergoglio non ha pero’ evitato di far riferimento alle più generali “radici religiose”, con tutte le conseguenze che comportano nell’interpretazione cattolica. Denunciando che nell’Europa attuale “dall’individualismo indifferente nasce la cultura dell’opulenza a cui corrisponde la politica dello scarto”, il papa ha fatto degli esempi controversi, non solo la riduzione dell’essere umano a “semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo”, ma anche “la vita scartata” nel caso degli anziani (condanna dell’eutanasia) e “dei bambini prima di nascere” (condanna dell’aborto). Reazione preventiva degli eurodeputati spagnoli di Izquierda Plural e del francese Jean-Luc Mélenchon (Front de gauche), che hanno disertato l’aula per non assistere al discorso del papa, contestando la presenza di un capo religioso in un’istituzione laica. Bergoglio propone all’Europa “di fare tesoro delle proprie radici religiose” per essere “più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente”.

Meno controverso il discorso sull’Europa “stanca” del “ripiego su se stessa”, che avrebbe bisogno di riscoprire “la sua anima buona”. Sia per ridare dignità al lavoro che per accogliere i migranti. Con una scivolata di dubbio gusto sull’Europa “nonna, non più fertile e vivace”, Bergoglio ha avvertito che la Ue “non deve ruotare intorno all’economia, ma attorno alla sacralità della persona umana”. Per il papa “è tempo di favorire le politiche di occupazione, ma soprattutto è necessario ridare dignità al lavoro”, anche coniugando “flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative”. Matteo Renzi, che si è incontrato con Bergoglio in quanto l’Italia è presidente di turno del Consiglio europeo, è subito saltato sull’occasione, leggendo nella frase del papa un’approvazione del suo Jobs Act. Bergoglio ha ripreso a Strasburgo le grandi linee del discorso fatto a Lampedusa: “non si puo’ tollerare che il Mediterraneo diventi un grande cimitero”. Ma mentre la Ue ha scelto la politica dei respingimenti con l’operazione Triton, gli applausi al discorso del papa sono stati giudicati “un atteggiamento paradossale” dall’eurodeputato Verde, José Bové: “applaudono il papa, ma quando devono trarne le conseguenze sociali, ambientali, economiche non c’è più nessuno”. La difesa dell’ambiente, “dono che dio ha messo nelle mani degli uomini” e l’appello alla pace “ancora troppo spesso ferita” anche in Europa, con riferimento all’Ucraina, sono stati gli altri temi toccati da Bergoglio. Il papa partirà per la Turchia venerdi’, dove incontrerà il presidente Erdogan e il patriarca ortodosso (sembra essere un periodo di grande intesa tra cattolici e ortodossi, i russi hanno pagato l’albero di Natale di fronte a Notre-Dame a Parigi, inaugurato sabato dall’ambasciatore di Mosca e dal rettore della cattedrale).