Grillo che viene paragonato da Marco Travaglio a Silvio Berlusconi. Conte che chiede pubblicamente a Beppe «pubbliche scuse» come Veronica Lario. La memoria torna precipitosa al gennaio del 2007, alla prima clamorosa crepa che poi provocò la slavina del divorzio Berlusconi-Lario. Il Cavaliere alla festa dei Telegatti aveva lanciato maliziose proposte di matrimonio a stelline e soubrette, lei aveva scritto a Repubblica: «Chiedo se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi “La metà di niente”».

Lui l’aveva rassicurata, sullo stesso odiato quotidiano, scusandosi per «la bagattella di un momento». Oggi nel sodalizio Grillo-Conte non siamo alla prima crepa, ma ad un passo dal divorzio. Ma il copione si ripete, e chissà se Beppe – consapevole dei rischi di una rottura – non tiri fuori dal cilindro l’uscita da mattatore, la retromarcia da istrione, le scuse per «la piccola irresponsabilità di un carattere giocoso e autoironico e spesso irriverente». O magari che si travesta da danzatore berbero donando a Giuseppi un collier, come fece il Cavaliere per riconquistare l’amata. Per amore (politico) vero, o anche solo per salvare le apparenze.