Un tweet, postato domenica mattina da Beppe Fiorello, per chiedere spiegazioni circa lo stop alla fiction su Riace la cui messa in onda era prevista nel palinsesto autunnale di Rai1. Così l’attore accende i riflettori sulla vicenda: «Non è la prima volta – scrive – che una mia fiction viene bloccata, anni fa le foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di Graziella Campagna (la ragazza uccisa dalla mafia nel 1985, ndr), l’allora ministro della giustizia si indignò, ora Riace bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire». Già girata e montata da diversi mesi – Tutto il mondo è paese, diretta da Giulio Manfredonia per Picomedia, Ibla Film e Rai Fiction, è ispirata al modello di accoglienza e integrazione della cittadina di Riace e al suo sindaco Domenico Lucano, che Fortune – in un articolo – ha messo al quarantesimo posto tra le persone più influenti al mondo. Lucano è tornato proprio in queste settimane al centro delle cronache per la protesta contro la mancata erogazione dei fondi per il progetto Sprar per i migranti, a seguito delle ispezioni amministrative avviate nei mesi scorsi dal Viminale.

Da viale Mazzini è arrivata ieri mattina la risposta allo «sfogo» di Fiorello attraverso un comunicato in cui sottolinea come non esista: «Alcun blocco della messa in onda. La fiction è stata semplicemente sospesa dal palinsesto, in quanto come da tempo è noto, al sindaco Lucano è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della Procura di Locri per alcuni presunti reati collegati alla gestione del sistema di accoglienza». «Non appena – prosegue la nota – la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine, il Servizio Pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti».

Alla Rai risponde direttamente Lucano che in una dichiarazione all’Ansa spiega: «Quello che posso dire è che sono assolutamente rispettoso delle decisioni che saranno prese dalla magistratura. Così come rispetto le decisioni della Rai in merito alla fiction. Non riesco però a capire quale sia il collegamento tra il programma e l’esito dell’inchiesta». E aggiunge: «In ogni caso quello che viene da Riace, con la nostra esperienza di accoglienza realizzata in un paese povero e abbandonato dell’interno della Calabria che grazie ai migranti è rinato e si è risollevato dallo spopolamento, è un messaggio di umanità che può essere preso come esempio da tutti».