Il veleno della vita, ecco l’elisir dei romanzi di Philip Roth: la vena aurea dei cattivi sentimenti, il suo insaziabile appetito di vendetta, la proiezione delle più disdicevoli intenzioni sui suoi personaggi. Non molto è filtrato dell’uomo Roth, finché era vivo, non dalla sua voce, almeno: qualche sporadica rivelazione circa i suoi romanzi, smentite di fatti mai accaduti, proteste contro le accuse di antisemitismo, o di misoginia. Diceva di sé di essere una discreta via di mezzo tra l’aggressività esibizionista di Mailer e la maniacale ritrosia di Salinger. Amava la riservatezza ma non ne faceva «un feticcio sacro e inviolabile»,...