Una partecipazione che, a detta dei sindacati, non si era mai vista negli ultimi trent’anni, auto in fiamme e idranti per disperdere i manifestanti: questo, in estrema sintesi, il primo sciopero generale contro il nuovo governo belga di centrodestra guidato da Charles Michel e il piano di tagli per 11 miliardi (il Belgio è considerato uno dei grandi malati d’Europa, con il Pil tirato su solo dall’indotto dell’euroburocrazia).

Gli scontri sono scoppiati nei pressi della Gare du Midi, la polizia ha usato lacrimogeni e idranti e il bilancio finale è di una ventina di feriti e diverse auto bruciate. la manifestazione ha attraversato pacificamente il cuore di Bruxelles. Secondo i sindacati, hanno partecipato tra le 120 e le 130 mila persone, un’affluenza che per gli organizzatori non si era mai vista negli ultimi 30 anni. Fino a quel momento la manifestazione era scorsa pacificamente ed era stata oceanica.

Nel mirino le misure previste dal governo per mantenere il deficit nei parametri europei: tra queste, l’estensione dell’età pensionabile, il congelamento del legame automatico fra stipendi e inflazione e un taglio ai servizi pubblici. I sindacati non si fermano: per il 15 novembre è stato indetto un altro sciopero generale.