Da stamane il canto dei pavoni che aspettavano Draghi si è fatto sentire ovunque nel bel paese, però ad ascoltarlo un po’ da lontano si confonde con il gracidare delle rane, il frinire delle cicale e il gracchiare dei corvi… il tutto fa un effetto francamente ridicolo. Quando è nato il governo Conte bis, avevo moltissimi dubbi, infatti di persona come su facebook molti amici e compagni mi dissero: è l’unico modo, se si va alle elezioni vince Salvini. Queste argomentazioni autoconsolatorie non mi hanno mai convinto, anzi le ho sempre trovate pericolose per lo sviluppo della democrazia stessa.

Draghi obiettivamente amplifica l’effetto che già la sera prima ha fatto Mattarella, quello di un meccanico che davanti ad un gruppo di ragazzetti rimasti appiedati e incapaci di far partire la macchina dice: «Ma la benzina, dico il carburante, avete controllato se c’è?». E noi elettori, responsabili di aver votato personaggi scadenti che ci hanno ridotto a spettatori del nostro destino, noi cittadini indignati o rassegnati, agitati o placidi, fessi o furbi, non ci sentiamo tirati per le orecchie avendo gettato in parlamento dei soggetti scadenti? Noi padri/madri che abbiamo votato per la vanità altrui e per la nostra misera noncuranza, siamo la scaturigine dell’ansia dei nostri figli. La sconfitta è anche nostra, facciamocene carico altrimenti questa litania di benaltristi e illusionisti sarà il nostro canto funebre

Trovo stucchevole la tifoseria di noi twitteri o facebookisti semplici sulla politica, ma fa parte della chiacchiera da «bar-virtuale» che ci piace tanto, ma la tifoseria di twitteri facebookisti analisti/economisti/espertisti la trovo sconcertante e squalificante per la categoria stessa. Io cittadino semplice, comune, non politico, non militante ho bisogno di gente lucida, non di tifosi di terza categoria. Per esempio mi chiedo come si faccia a non vedere che (si sia o meno d’accordo con lui) la forzatura più importante Renzi l’ha fatta proprio su Mattarella, costringendolo ad una decisione assai problematica che non è detto porti ad una soluzione visto che disarticola le forze politiche.

Non si può ridurre una democrazia ad un continuo esercizio di potere a prescindere dal volere popolare, è proprio lì che si rischia di portare la pratica democratica su un terreno scivoloso che, finché esistono i partiti viene compensato, ma uccidendo definitivamente i partiti? Penso che siamo su una china non positiva perché al netto della indubbia caratura di Draghi, al netto delle sue idee economiche e della sua forza istituzionale, se dovesse per esempio non avere la maggioranza, le elezioni diverrebbero un Vietnam per le istituzioni stesse

Riprendiamoci la democrazia, il futuro e riconsideriamo la lotta. Non è dato avere diritti per concessione sovrana, i diritti si conquistano. Abbiamo creduto che mandando al potere urlatori e spacconi avremmo risolto. Ma se non siamo noi artefici del futuro il futuro ci tradirà.