Solo una decina di giorni fa avevano festeggiato insieme il compleanno di Goffredo Bettini e chiacchierato tranquillamente – aveva scritto sul Corriere.it Maria Teresa Meli – di nomine Rai. Alla vigilia di quelle nomine il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte dichiara guerra all’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes. Anzi, a tutta la Rai: i 5S non parteciperanno più alle trasmissioni del servizio pubblico. Non si concederanno ai microfoni di tg e gr. Inutile invitarli in studio, aspettarli o inseguirli per una dichiarazione: è Aventino. L’ex premier è furibondo.

LA PRIMA TORNATA di nomine Rai dell’era Fuortes avviene in un clima infuocato. L’ad scodella la lista da portare in cda dopo un tour de force che lo ha visto – si racconta – prima cercare una difficilissima quadra tra i partiti, poi lasciare la palla incandescente all’entourage di palazzo Chigi (lo stesso Draghi avrebbe alzato il sopracciglio per la piega che stava prendendo la vicenda, e a Draghi un sopracciglio basta). Infine litigare con i consiglieri che oggi dovranno votare e non è detto che fili tutto liscio. Infuriati anche i giornalisti dell’Usigrai.

PER LA DIREZIONE DEI TG1 l’ad indica Monica Maggioni (tra le tante cose, ex presidente di viale Mazzini), prima volta per una donna alla guida della testata ammiraglia; al Tg2 conferma Gennaro Sangiuliano, imbullonato da Salvini insieme a Alessandro Casarin alla Tgr; per la direzione del Tg3 la prescelta è Simona Sala, gradita al Pd ma anche ai 5 Stelle. Sala lascerà la guida del Giornale Radio a Andrea Vianello, trasferito a sorpresa da Rainwes 24 per la cui direzione è indicato Paolo Petrecca, vicino a Giorgia Meloni. Un fulmine a ciel sereno per la redazione dell’all-news, sul piede di guerra. Il profilo di Petrecca non sembra esattamente corrispondere alla promessa di Fuortes di valorizzare il canale (tra le iniziative dell’attuale vicedirettore si segnala l’idea di un’intervista all’ex di Terza posizione Gabriele Marconi presentato solo come scrittore e giornalista in occasione della visita di Mattarella a Bologna per commemorare la strage).

E ANCORA, MARIO ORFEO lascerà il Tg3 per approdare alla nuova direzione Approfondimenti: postazione nevralgica, di grande peso, alla quale faranno capo tutte le trasmissioni giornalistiche non afferenti alle testate. Antonio Preziosi, quota Fi, rimane a Rai Parlamento e allo Sport arriverà Alessandra De Stefano.

Come si vede, si tratta per lo più di un gioco delle sedie nel quale resta per ora in piedi Giuseppe Carboni, attuale direttore del Tg1 in quota 5S, graditissimo a Conte. E i 5 Stelle si devono appunto accontentare di una nomina non sgradita al Tg3. Se lottizzazione deve essere, pensa dunque Conte, che sia fatta fino in fondo (anche se tra i giornalisti scelti c’è chi si muove tranquillamente in proprio senza targhe di partito e, come Maggioni e Orfeo, trasversalmente). Così l’ex premier studia la vendetta insieme a Rocco Casalino e improvvisa un incontro stampa a palazzo Madama scortato dai capigruppo, dal ministro Patuanelli e dagli esponenti 5S della vigilanza Rai, tutti schierati dietro di lui. Il leader 5S tuona: «L’ad della Rai ha scelto di applicare la vecchia logica ma escludendo solo il Movimento, il partito di maggioranza relativa. Ci chiediamo peraltro che ruolo abbia giocato il governo». L’ex premier ammette: «Anche noi ci siamo trovati prigionieri della lottizzazione, ma non abbiamo i numeri per modificare questo sistema». Dunque il M5S «non farà più sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico, ma altrove».

IL PRESIDENTE PENTASTELLATO è arrabbiato con Fuortes, con Draghi e forse anche con Di Maio, visto che da giorni si dice che il ministro degli esteri ha dato il via libera a Maggioni. E se i capigruppo 5S seguono il leader nella sua intemerata, tra gli eletti, già inviperiti per la decisione di inviare in tv solo i nuovi vicepresidenti del Movimento, circola rabbia e sgomento. L’ammissione, da parte di Conte, di aver tentato di partecipare alla lottizzazione per di più senza riuscirci lascia basiti. Un boomerang, si mastica amaro, anche la decisione sull’Aventino. La cui durata è tutta da vedere (per Carboni intanto si parla di una nomina alla direzione Daytime)

CLIMA TESO ANCHE al settimo piano di viale Mazzini. Nei giorni scorsi i consiglieri avevano chiesto all’ad Fuortes un incontro per discutere le nomine prima della loro formalizzazione. L’ad lo ha concesso solo all’ultimo momento, per ieri mattina alle nove e così i consiglieri non si sono presentati. Si era ipotizzato un rinvio del cda previsto per oggi a Napoli, ma così non sarà. Il cda di terrà: per le nomine alle testate il parere dei consiglieri è vincolante se espresso con una maggioranza dei due terzi.