«Mi candido»: un post su facebook e un tweet hanno sancito ieri, a metà mattinata, la discesa in campo di Antonio Bassolino per le primarie di coalizione del Pd, in vista delle elezioni al comune di Napoli della primavera 2016. Non è stata certo una sorpresa. Il tormentone andava avanti dall’estate: il terreno è stato preparato a furia di commenti sui social network su tutti i maggiori argomenti, personaggi intervistati sulla stampa cittadina che ne invocavano il ritorno, la moglie Anna Maria Carloni che dichiarava «abbiamo già dato, meglio di no». Ieri però, ancora sui social, gli ha scritto «Ben fatto!». Così, dopo il primo post asciuttissimo, è arrivato il secondo, più articolato: «Mi candido di nuovo a sindaco di Napoli. Fare il sindaco è stato l’impegno più grande della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città. Napoli prima di tutto, di ogni interesse particolare, la crisi della città è infatti molto grave. È una crisi politica e civile, oltre che economica e sociale. Politica e civile deve dunque essere la risposta chiamando a raccolta le forze migliori e valorizzando le energie giovani. Unire Napoli contro le troppe divisioni è la strada maestra per il futuro».

Per ufficializzare la partecipazione, ha atteso la ratifica venerdì in direzione Pd della data delle primarie, il 7 febbraio. Ma  potrebbero slittare. Il Nazareno sta infatti pensando a un “primarie day” , il 20 marzo, per scegliere tutti i candidati alle amministrative.

Bassolino è stato sindaco la prima volta nel 1993, dal 2000 al 2010 presidente di regione ed è questa seconda stagione, segnata dalla crisi dei rifiuti e dalla voragine nei conti della Sanità, che la popolazione (soprattutto quella più giovane) ricorda di più. Così la rete si è scatenata: i commenti vanno dall’entusiasta all’insulto, tanto che Bassolino ha cominciato a bloccare – bannare – alcuni utenti e allora è comparso l’hashtag ’Bannolino’. Il primo commento ufficiale dal Pd è stato quello di Umberto Ranieri: «A Napoli non è più il tempo di uomini soli al comando, abbiamo già dato e visto i disastrosi risultati. Napoli ha bisogno del protagonismo, delle competenze, delle esperienze, e della passione di tutti. Siamo tutti in campo per Napoli». Uomo di fiducia di Giorgio Napolitano, Ranieri potrebbe partecipare alle primarie.

Altri possibili candidati, entrambi della generazione dei quarantenni, potrebbero essere Gennaro Migliore e Leonardo Impegno. La voce che gira tra i dem è che la mossa di Bassolino provocherà il ricompattamento delle varie anime del Pd intorno a un candidato alternativo all’ex governatore. Probabilmente si cercherà ancora tra la società civile, intanto i capicorrente troveranno la quadra intorno a una figura politica. Persino nel gruppo di Rifare l’Italia (i giovani turchi che fanno capo al presidente del Pd Matteo Orfini), dove pure siedono molti ex bassoliniani, ci potrebbero essere delle defezioni. In ballo non ci sono solo le comunali, in cui per adesso i dem partono molto indietro e fuori dal ballottaggio, ma soprattutto la futura classe dirigente a Napoli e in Campania.
Allora perché candidarsi? Probabilmente l’idea è recuperare quella parte di militanti che ha abbandonato il Pd renziano, nonché quel pezzo di ceto politico di sinistra con cui Bassolino ha governato e che non è troppo entusiasta dell’attuale sindaco Luigi de Magistris. Portare loro ai gazebo potrebbe essere l’obiettivo, per questo tanta insistenza sulle primarie aperte e non chiuse ai soli iscritti. Una volta ottenuta l’investitura, al Pd non resterebbe che sostenerlo, come già accaduto alle regionali con Vincenzo De Luca. Anche per questo la minaccia di Bassolino di correre comunque, anche con una lista civica, non ha mai convinto del tutto gli osservatori.

Dal profilo del governatore ieri nessun commento. L’ex presidente campano Stefano Caldoro invece gli ha scritto «in bocca al lupo». Ironico Roberto Fico, napoletano, del direttorio M5S: «La rottamazione di Renzi dov’è finita? Fanno finta di rottamare, poi li riesumano tutti. Ricordo comunque a Renzi e al resto del Pd che “cca nisciuno è fesso”, la gente ha capito il bluff». Un tasto su cui batte anche Antonio Fasolino, coordinatore nazionale del Nuovo Psi: «La rottamazione di Matteo Renzi in Campania colpisce i riformisti. Qui in campo due ex comunisti, Vincenzo De Luca e Antonio Bassolino».