Italia

Barbapapà, trattori e musica per salvare Xm24

Bologna Corteo coloratissimo in difesa del centro sociale che il comune vuole sgomberare

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 giugno 2019

Dopo la celere schierata in forze, i bambini con le bandiere e il cartellone, coloratissimo, con i Barbapapà impegnati nel fermare le ruspe dello sgombero. Poi il grandissimo striscione con la scritta «Xm24 contro il nulla che avanza». Dietro 5mila persone per un corteo che a tratti sembra un carnevale. Con i mimi, la banda, i ballerini, gli artisti dei tessuti aerei arrampicati sui semafori, i trattori dei contadini, il carro con il gruppo punk, quello con la frutta (distribuita gratuitamente), quello della techno.

È l’«altra città», come l’hanno definita gli organizzatori del corteo, quella che ieri è scesa in piazza a Bologna nonostante un clima bollente per difendere Xm24, centro sociale che il Comune minaccia di sgomberare. Tanti i motivi, perché «non c’è più compatibilità col quartiere» dice il Pd, perché lì i piani della giunta prevedono un cohousing con 10 appartamenti. Due anni fa l’idea era quella di farci una stazione dei carabinieri, poi quell’ipotesi è tramontata. Resta la volontà del sindaco, il dem Virginio Merola, di riprendersi lo stabile nel cuore dello Bolognina, uno dei quartieri più in fermento della città.

«È una grande operazione di gentrificazione in un quartiere popolare che sindaco e Pd vogliono trasformare», denunciano gli attivisti. A manifestare con loro, oltre ad alcune delegazioni di centri sociali del nord Italia, tanti giovani, ma era scontato, e anche tante famiglie. Insegnanti compresi. «Abbiamo raccolto 250 firme tra prof e maestre, l’inclusione che c’è a Xm24 è anche il nostro obiettivo educativo», dice Claudia, insegnante elementare. Poco più in là c’è Marco, 37 anni con compagna e due bimbi di 4 e un anno e mezzo. Frequentano Xm il giovedì, giornata di mercato contadino. «Dicono che fanno serate rumorose? La città muore non per il rumore ma quando resta senza energia». A due passi del carro del punk sparato a palla c’è Giada, 34 anni e una casa appena comprata accanto a Xm. «Per me la ricchezza della Bolognina sta proprio in quel centro sociale». Dietro di lei, passato lo spezzone della techno, ci sono i trattori dei contadini di Campi Aperti. «Siamo a Xm da oltre 15 anni, quando nessuno credeva nei mercati bio e di prossimità. Loro invece ci hanno da subito aperto le porte», dice Elisa, arrivata da Modena col suo trattore perché «io con Xm sgomberato perderò parte importante del mio reddito».

Quando il corteo passa di fronte a Atlantide, centro sociale sgomberato dal sindaco nel 2015 sotto la pressione di Fi e della Lega, migliaia di voci si alzano. La porta viene aperta col flessibile, in centinaia rientrano in uno stabile comunale inutilizzato da 4 anni. C’è chi si abbraccia, chi piange. Un’occupazione simbolica, poi il corteo riprende e torna a Xm24. Ora la palla torna alla politica. In giunta ad occuparsene non è più l’assessore alla cultura ma quello alla sicurezza. Indizio inequivocabile della volontà di chiudere ogni spazio. «Se mai Xm24 dovesse essere distrutto – dicono gli organizzatori del corteo – la responsabilità politica sarà interamente dell’amministrazione. La città è piena di spazi inutilizzati e se davvero chi governa fosse disponibile a una soluzione condivisa basterebbe mettersi seriamente in gioco e ascoltare l’altra città. Non è avvenuto e la giornata di oggi pretende una risposta».

Segno che, lato Xm, ancora una speranza c’è. Che sarà raccolta dai consiglieri di Coalizione Civica, in corteo («L’amministrazione deve essere così saggia da dare spazio anche a quello che non comprende», dice Federico Martelloni), e da quella parte del Pd, minoritaria, che vuole evitare lo sgombero. «Sarebbe una sconfitta politica e un errore. Bisogna trovare soluzioni», dice il consigliere Pd Francesco Errani. In corteo si rivede anche Alberto Ronchi, ex assessore che difese Atlantide e convenzionò Xm24. Era il 2012, poi Ronchi fu cacciato e Merola fece scelte differenti. «Il Pd ha già perso Forlì e Ferrara – dice Ronchi – Con questo atteggiamento sta preparando la strada alla Lega».

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