Ieri il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha sciolto la camera bassa e indetto nuove elezioni, che si terranno il 22 ottobre. Abe non ha lasciato alcuno spazio al dibattito parlamentare che l’opposizione aveva chiesto per indagare sugli scandali che lo riguardano e in cui avrebbe fatto illecitamente pressione sull’apparato burocratico per favorire suoi sostenitori politici.

LE ACCUSE hanno preso corpo grazie alle rivelazioni di un alto funzionario e hanno portato il governo a una grave crisi di consenso e dalla dura sconfitta alle elezioni locali di Tokyo a luglio.
Il silenzio di Abe sugli scandali è assordante, ma nell’aula è rotto dall’urlo «banzai!», come vuole la tradizione allo scioglimento della camera.

Le opposizioni invece non erano presenti in segno di protesta. Seiji Maehara è arrivato in conferenza stampa dopo la riunione della dirigenza del Partito democratico – il principale partito di opposizione – e ha parlato della scelta che cambierà la geografia politica giapponese: il Partito democratico si presenterà sotto le insegne del nuovo «Partito della Speranza», appena fondato dalla governatrice di Tokyo, Yuriko Koike.

TERMINA COSÌ ufficialmente l’alleanza con il Partito Comunista, l’altra forza di sinistra nel parlamento nipponico, che ha visto aumentare i propri voti nelle ultime elezioni. Koike ha annunciato il 25 settembre la fondazione del nuovo partito che è, per i molti critici, tutt’altro che di sinistra, anzi sarebbe difficile distinguerlo dal Partito Liberaldemocratico di cui lei stessa faceva parte fino a pochi mesi fa.

La parola chiave della Koike, ripresa anche da Maehara, è «Aufheben» – voluto riferimento a Hegel – cioè superare quel che non le piace degli altri partiti, ma tenere quel che le sta bene – e, secondo uno osservatore delle vicende della Koike, questo comprenderebbe anche l’alleanza con il partito di Abe dopo le elezioni.

UNA VENDETTA PERFETTA nei confronti di Abe, che vinse contro di lei l’elezione a presidente dell’Ldp. Maehara ha dichiarato che farebbe «qualsiasi cosa per battere Abe» e l’obiettivo è una lotta «uno contro uno» nei collegi elettorali – uninominali – contro i candidati dell’Ldp.

Il futuro politico del Giappone appare incerto. Abe ha portato l’Ldp molto in basso nei consensi, ma nelle campagne resta pur sempre solidamente organizzato attorno ai dignitari locali che sarà difficile scalzare e vincere solo nelle città può non bastare; emergono invece nei sondaggi differenze regionali, con Osaka molto scettica verso la Koike.

È già successo in passato che dopo scandali importanti – il più famoso fu quello Recruit nell’89 – gli elettori abbiano punito l’Ldp di governo. Koike e Maheara credono nell’«Aufhebung», mentre il Partito Comunista resta solo a sinistra.