In più di 450 città statunitensi si sono tenute manifestazioni organizzate dalla WomensMarch contro l’intenzione della Corte Suprema di abolire il diritto all’aborto.

L’hashtag della giornata che ha raccolto i commenti e le immagini delle piazze, è stato #BansOffOurBody, i divieti lontani dai nostri corpi, e questa esplosione di manifestazioni è quella che gli organizzatori hanno definito l’inizio della “Summer of rage”, l’estate della rabbia.
“Nel 1973, quando la Corte Suprema con Roe vs Wade legalizzò il diritto all’aborto a livello federale, eravamo tutti freschi della ‘Summer of Love’ – racconta Leslie, 68 anni, newyorchese, insegnante di matematica, attivista per il diritto all’aborto – Il riferimento è proprio quello. La Summer of Love sono stati gli eventi dell’estate del 1967 a San Francisco, diciamo tra il 1965 e il 1968, si parlava di pace, amore, era una rivoluzione sociale e culturale senza precedenti, il mondo sembrava andare verso un futuro migliore. Ora siamo in una situazione diametralmente opposta, il futuro si prospetta fosco, bisogna lottare per tutto, per ogni diritto, per quelli non ancora raggiunti e per difendere quelli che si pensavano assodati. Nel ’73 avevo 19 anni ed ho esultato a Washington per Roe vs Wade con mia madre. Quasi 50 anni dopo mi sembra incredibile dovere essere di nuovo in piazza per la stessa ragione, con mia figlia e mio nipote. Mi ero unita alla WomesMarch nel 2017 per contrastare Trump, non ne sono mai uscita perché i problemi di questo Paese non sono terminati con la sua presidenza. L’idea di ‘pianificazione familiare’ del Partito Repubblicano è gravidanza forzata, niente controllo delle nascite, niente assistenza sanitaria, niente congedi familiari retribuiti, niente privacy e tasse più alte. Se Roe vs Wade verrà ribaltata questa sarà un’estate di fuoco, l’estate della rabbia”
La Women’s March Foundation ha dichiarato di aver ricevuto più di 50.000 adesioni per la sola manifestazione di Los Angeles.
A Washington, DC, nella mattinata si prevedevano 17.000 persone per il corteo dal monumento a Washington alla Corte Suprema, a cui hanno partecipato molti membri del Congresso, fra cui la senatrice Elizabeth Warren, una dei politici più attivi in questa lotta.
Già venerdì i Democratici della Camera si erano riuniti sui gradini del Campidoglio per esprimere il loro sostegno ai diritti all’aborto.
“I Repubblicani dicono che non si fermeranno fino a quando non verrà emanato un divieto nazionale di aborto a livello federale – ha detto la presidente della Camera Nancy Pelosi – Beh, ho una notizia: non andrà così”.
I cortei e le piazze hanno visto molte facce note del panorama politico, a New York ad attraversare il Brooklyn bridge con gli altri manifestanti c’era l’attorney general Letitia James, che ha ricordato che c’è un legame fra questo tentativo di cancellare il diritto all’aborto e il tentato golpe del 6 gennaio, i diritti negati degli afroamericani, le politiche economiche, quelle ambientali, ed ha esortato a ricordarsi di questo legame a novembre, al momento del voto di midterm.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life of America, poche ore prima l’inizio delle mobilitazioni aveva fatto una dichiarazione pubblica, affermando che il gruppo aveva organizzato controproteste in diverse città, inclusa Washington DC, per rappresentare il movimento antiabortista; le manifestazioni dei movimenti pro-life, però, non sono state partecipare, a New York City si è presentata una sola persona, in altre città nessuna.
“La verità è che la maggior parte degli americani vuole mantenere questo diritto – afferma Leslie – e lo dimostra il fatto che i repubblicani non stanno davvero cavalcando questo loro successo, e alle domande dirette riguardo la cancellazione di Roe vs Wade rispondono sviando il discorso, invece che esultare rivendicandolo. Bisognerà far tremare le loro sedie al Congresso. Queste manifestazioni sono un avviso per tutti, per i Repubblicani ma anche per i politici Democratici: il tempo delle parole e dei tentennamenti è finito. Questo diritto noi lo stiamo difendendo per strada, voi fate la vostra parte nei palazzi del potere, e ci vediamo a novembre alle urne”