Il festival «Bande de femmes» organizzato dalla libreria Tuba torna al Pigneto di Roma per la sua nona edizione, con «l’idea e la volontà di creare un circolo virtuoso di cultura e socialità che, a partire dalle narrazioni a fumetti, possa parlare e far parlare dei temi che ci interessano da sempre: femminismi, corpi, identità, sessualità e lotte LGBTQIA+». Lo fa con una giornata di appuntamenti on line da poter seguire giovedì 23 giugno prima di entrare nel vivo della programmazione e degli incontri previsti per il fine settimana successivo (30 giugno-2 luglio). Cinque gli appuntamenti online sui canali social (youtube, instagram e facebook) della libreria Tuba e del festival, che vedranno alternarsi nel pomeriggio interventi dedicati a tematiche varie e delicate.

Si parte alle 19 con la salute mentale e con l’incontro dedicato alla psichiatrizzazione nelle fanzine, nel quale la Brigata Basaglia dialogherà con Iman Scriba, l’attivista nota sui social come Ariman, che si batte contro lo stigma psichiatrico, seguita alle 20 dal dialogo che vede impegnate Arianna Mainardi dialoga e Giulia Vallicelli, curatrice di Compulsive archive, sul tema queer e su come far vivere le fanzine oltre la loro epoca di produzione. Alle 21 Emilia Verginelli e Tony Allotta incontrano Esther Fantuzzi e Barbara Bordoni del collettivo Laika, curatrici di Che ci fanno tanto divertire, progetto di sei fanzine con più di venti interviste in sei città differenti, e per finire, alle 22 Giulia Cesetti dialoga con Rasha Azab e Mahienour El-Massry a partire dal fumetto di Laura Cappon e Gianluca Costantini, Patrick Zaki, una storia egiziana (Feltrinelli Comics), in un incontro ospitato da Matite fuori che, come si legge nel programma scatena dibattiti e fa da megafono ai femminismi a fumetti, tradotto anche in LIS.

Il festival riparte poi in presenza per la notte bianca del 30 giugno in cui diversi spazi del quartiere Pigneto apriranno le porte per un vernissage collettivo e le artiste presenti incontreranno il pubblico per raccontare il proprio lavoro. L’edizione di quest’anno prevede presentazioni animate, con traduzione Lis in diretta, laboratori di disegno per giovani ragazze e per adulti, live painting con artiste internazionali e incontri di vario genere: il ciclo di «Eccentriche», presenta storie che hanno rotto con le convenzioni, nei «Dialoghi d’autrice», si presenta un fumetto, mentre il ciclo «Matite fuori dai cardini» si incarica del dibattito sui femminismi disegnati, senza dimenticarsi delle «Matite esordienti», incontri dedicati nuove proposte. Moltissime le autrici che sarà possibile conoscere da vicino: fra queste ci sono Zuzu, con la presentazione di Giorni felici, Elisa Menini e Costanza Durante con il loro libro La Rosa armata nel pomeriggio di venerdì, che continuerà con gli incontri con le fumettiste Frad e Sonno, Croma (Jepi Jora, Il galeone edizioni) e Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi autrici di Tristezza, pubblicato da Oreri iniziativa editoriale edizioni. Sabato si inizierà parlando di cyberbullismo e violenza digitale con il Collettivo Scosse, Cattive Maestre e il Collettivo Moleste, per proseguire con le presentazioni dei più recenti fumetti di Sara Colaone, Hélene Usdin e Lina Ehrentraut.

L’ultimo giorno aprirà il pomeriggio il laboratorio di Giulia Vallicelli, curatrice di Compulsive Archive, che racconterà l’archivio come materia viva, in grado di raccontare il passato e di far riflettere sul presente. Più tardi sarà la volta delle presentazioni degli ultimi libri di Eliana Albertini (Anche le cose hanno bisogno, Rizzoli), Sara Garagnani (Mor, add editore), per arrivare alla chiusura con l’intervista di Viola Lo Moro alla performer Silvia Calderoni e Ilenia Caleo e scoprire il loro progetto SO IT IS_#.

Ogni serata è chiusa da un live painting e sono moltissime le mostre disseminate nei locali del quartiere romano, tra le quali spiccano quella della spagnola Carla Berrocal, fondatrice del collettivo Autoras de cómic al Fivizzano 27 e di Lina Ehrentraut in mostra da Risma Bookshop. «Bande de femmes» si riconferma uno spazio ideale per entrare a contatto con la produzione e l’autoproduzione femminista, legata non esclusivamente al fumetto ma anche all’illustrazione, alle arti performative e alla militanza, riscoprendo le potenzialità dello spazio urbano, come confermano le organizzatrici di Tuba, convinte che la cultura contribuisca a migliorare la vita di chi vive e attraversa il quartiere.