La danza insieme alle prime forme di musica, è stata espressione «artistica» fin dai tempi più antichi. Insieme alla musica, il linguaggio del corpo ha rappresentato un modo di comunicare e condividere emozioni immediato e comprensibile a tutti. La danza può sollecitare i sensi più sopiti e spingere anche i più timidi a liberarsi di remore, sfidando la propria introversione. Che si tratti di danza classica, contemporanea, hip hop, swing o ancora tango, questa forma di arte coinvolge una moltitudine di persone a ogni latitudine e di ogni età.

Il prossimo mercoledì 29 aprile, in tutto il mondo verrà celebrata la Giornata Internazionale della Danza che, nella clausura lunga più di più di un mese, sarà un momento di grande condivisione emotiva tra i tanti appassionati, un modo per riattivare e ricompattare le comunità che condividono la passione per l’arte coreutica, alla quale hanno rinunciato a causa della diffusione del Covid19.
L’Accademia nazionale di danza di Roma si sta preparando da tempo a questo appuntamento. Nata come Regia scuola di danza nel 1940, oggi l’Accademia, che ha avuto come presidente onoraria anche Pina Bausch, è un istituto di Alta Formazione del MIUR e i titoli rilasciati hanno valore di lauree universitarie.

L’accademia
Dopo il decreto che ha deciso il lock down delle attività a causa della pandemia, Enrica Palmieri, direttrice dell’AND, insieme ai docenti e studenti hanno dovuto ripensare in modo radicale lo svolgimento delle lezioni e la preparazione alla Giornata internazionale della Danza 2020 puntando i riflettori sul concetto di danza e distanza. Come ci racconta la direttrice, poiché la danza è espressione e azione corporea, interazione tra i danzatori, fermare le attività è stata una necessità ancor più che per ogni altra scuola. Il rispetto delle norme di distanziamento ha reso un’urgenza l’uso di strumenti alternativi allo studio tradizionale come le piattaforme digitali, sperimentando nuovi metodi nel solco della didattica classica, attraverso il confronto quotidiano.

La tecnologia ha consentito all’Accademia di completare anche l’organizzazione delle iniziative per la GID 2020 che – come detto – quest’anno avrà come tema la danza e la distanza.
Dice Enrica Palmieri: «la distanza è rispetto delle cose di sé e degli altri. Luogo dell’elaborazione senza ritirarsi mantenendo la relazione. In questo momento è bene non abbandonare gesti e azioni che hanno un valore simbolico così come è bene osare nell’accoglienza di altre forme e sconfinare in luoghi di creatività imprevedibile».

Gli appuntamenti
A differenza dell’anno scorso, mercoledì 29 non ci saranno eventi diffusi sul territorio con il coinvolgimento dei municipi di Roma. Gli appuntamenti saranno visibili online sulla pagina Facebook dell’Accademia nazionale di Danza, suddivisi in dirette, prime visioni e contenuti digitali, dalle 11.30 alle 19.30 e coinvolgeranno critici, artisti, studenti, organi dell’Accademia.
Che la distanza definisca differenti modalità di esecuzione della danza – almeno fino al termine dell’emergenza Covid19 – sarà visibile nei filmati di un minuto che gli studenti dell’Accademia hanno preparato per la GID 2020. Hanno accolto la sfida di reinventare le loro performance, eseguite in casa, che verranno proposte in un collage di filmati di repertorio classico che alternano spazi privati e spazi scenici.
Come ogni altro istituto anche l’Accademia attende le nuove direttive del Ministero per la «fase2» ma ogni giorno il lavoro non si ferma.

Astra Roma Ballet
Chi, invece, ha dovuto sospendere ogni attività sono state le scuole e le compagnie di danza private. L’Astra Roma Ballet è tra questi. La compagnia di balletto, creata nel 1985 dalla Étoile del Teatro dell’Opera di Roma, Diana Ferrara, avrebbe festeggiato quest’anno i suoi 35 anni dalla nascita. Era pronta la tournée che avrebbe portato i danzatori fino a Singapore e Giacarta. La pandemia ha cancellato tutto. Grazie agli stanziamenti a sostegno di chi ha perso il lavoro tutti gli artisti dell’Astra Roma Ballet, ci dice Diana Ferrara, hanno ottenuto il bonus di 600 euro previsto dal governo a marzo e se la misura verrà rinnovata, potranno ottenerla anche per il mese di aprile. Tuttavia per gli artisti questo è un momento particolarmente drammatico. Non nasconde smarrimento l’Étoile dell’Opera – che ha danzato, solo per citarne alcuni, con Peter Schaufuss, Vladimir Vassiliev, Rudolf Nureyev -, nel dover affrontare le difficoltà del presente. Dopo tanti anni trascorsi a girare il mondo con spettacoli che le hanno fatto ottenere 110 premi in venticinque anni di carriera, dando lavoro a circa duecento ballerini, coreografi, compositori, tecnici, più l’indotto che gira attorno al mondo dello spettacolo, Diana Ferrara – che è anche Commendatore al merito della Repubblica – riconosce che l’attuale situazione è di una complessità senza precedenti. Ha sempre pensato, ci dice ridendo che «la passione è un’arte pericolosa», che nell’arco della sua carriera, da danzatrice e poi da direttrice della compagnia, l’ha condotta a dedicare, investire e rischiare tutta se stessa per portare in scena gli spettacoli.
La danza è passione ma pure fonte di sostentamento degli artisti e di tutto il settore che gli sta attorno, come le numerose scuole di ballo che, fino alla legge del 2017, sono sorte grazie all’articolo 33 della Costituzione per cui «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento».

Tango argentino
Prima del lock down davano occupazione a molti insegnanti per aspiranti danzatori o semplici appassionati di ballo. Tra le scuole di ballo private una parte consistente è rappresentata da quelle di tango argentino. Cecilia Falchi, responsabile della comunicazione dell’associazione nazionale Faitango – che raccoglie circa mille tra associazioni, scuole, organizzatori di tango (tra affiliati e non) -, ha fornito dei dati secondo cui in Italia nel 2019, sono state organizzate più di 10.000 milonghe(eventi di ballo argentino). La stima precisa di quanti praticano il tango in Italia, per Faitango, non è semplice ma, basandosi solo sui loro tesserati – e applicando un limite – , si potrebbe dire che siano circa 50.000.
Si deduce che questo settore rappresenti un comparto che dà lavoro a una moltitudine tra insegnanti di tango, musicalizadores (i dj), gestori dei locali, artigiani di scarpe da ballo, sarti e rivenditori di abiti per le serate. Molti di loro per la sospensione delle attività a causa del Covid19 sono senza occupazione. Secondo quanto ci dice Faitango, «le associazioni sportive dilettantistiche ASD sono le uniche ai cui collaboratori è stato, al momento, previsto un contributo. Per queste associazioni sportive l’organo delegato è il CONI per le altre associazioni non sportive culturali e APS, ossia associazioni di promozione sociale, non è stata prevista un’indennità e non hanno un ente di riferimento delegato». Le scuole di ballo private, comprese quelle di tango, appartengono in prevalenza a queste ultime e dunque i lavoratori del comparto restano in attesa delle prossime decisioni a tutela di chi non ha più un lavoro, nella speranza di un futuro meno precario, consapevoli di dover osservare le norme di distanziamento sociale.