Gli appartamenti del quartiere residenziale adiacente al Canadia Industrial Park, abitati prevalentemente dai lavoratori delle industrie tessili, sono in realtà piccoli stanzini posti uno a fianco all’altro su varie fila, e contrassegnati solo da un numero sulla porta. In ognuno di essi vive una famiglia composta dalle quattro alle sei persone. Le abitazioni non hanno un bagno privato, ce n’è uno per ogni via, e gli inquilini di solito preparano i propri pasti in un piccolo angolo cottura composto da un fornello per una wok posto direttamente di fianco al letto, per chi è fortunato da potersene permettere uno. Gli altri dormono sul pavimento. La maggior parte delle famiglie ha le pareti tappezzate da ritagli che ritraggono quelle che suppongo essere starlette televisive locali. Il quartiere, separato dal complesso industriale da mura di recinzione e strade sterrate, è un microcosmo con i propri negozi e i piccoli shop-ristoranti.

Ci sono quasi più topi ad aggirarsi tra le viuzze strette la sera dopo gli incidenti con i militari, ma le poche persone rimaste hanno ancora voglia di regalare un sorriso khmer a un giornalista stranger. Sorn e Chhat, due ragazzi del luogo, raccontano di quello che hanno vissuto venerdì durante gli scontri. Chhat ha una ferita di striscio da arma da fuoco sul petto.

 

Devo dire che ti è andata bene

Chhat: Sì, sì.

Mi racconti cosa è successo?

Non l’ho capito neanch’io, ero venuto per vedere cosa stava succedendo, ho sentito gli spari e qualcosa mi ha colpito.

Quindi non eri tra i manifestanti?

No, ero venuto soltanto per vedere cosa stava succedendo.

E tu?

Sorn: Io ero assieme agli altri. La polizia ha attaccato mentre ballavamo davanti ai cancelli. Ci hanno attaccati con delle mazze. Tutta quella gente stava protestando per i propri diritti, per la giustizia, stava manifestando per il proprio salario. I soldati non sapevano come fermarli.

Poi cosa è successo?

Poi i manifestanti in preda alla rabbia hanno occupato le strade e preparato bastoni per colpire la polizia (i soldati, ndr). Hanno portato i feriti all’ospedale indipendente (la Ekreach clinic, poco distante dal Canadia Park ndr), ma questi si sono rifiutati di curarli perché avevano paura e la folla inferocita ha distrutto la clinica. Il mattino dopo i soldati sono tornati e hanno iniziato a sparare.

Ora dove sono tutti?

Chi poteva è tornato nei district, dalle famiglie. Hanno tutti paura. I soldati sono dappertutto, dormono qui davanti (lunedì mattina erano schierati poco distante dalle case di Sorn e Chhat ndr), così sono subito pronti nel caso dovesse succedere qualcosa.

E quando torneranno?

Alcuni torneranno il 10, il giorno di paga, altri non torneranno più, hanno troppa paura.

Voi perché non siete scappati nei district? Non avete paura?

Chhat: Ho paura, ma sebbene viva qui non lavoro nel tessile. La prossima volta che succede qualcosa comunque me ne terrò molto lontano.

Sorn: Io ho deciso di sacrificare la mia vita per la giustizia. Mia sorella lavora qui al Canadia Park, mia madre è un’insegnante e ha tirato su cinque figli con 25 dollari al mese, solo dopo molte lotte ora guadagna 100 dollari.

A tuo avviso come si può risolvere la situazione?

Penso che il governo abbia la capacità di risolvere i problemi parlando coi manifestanti, sedendosi a un tavolo e trovando una soluzione condivisa, ma evidentemente non vogliono farlo. Proprio non capisco perché abbiano dato l’ordine di sparare.

Pensi che i lavoratori si uniranno alle proteste del Cnrp contro il governo? Pensi che i lavoratori del tessile siano contro Hun Sen?

No, penso che stiano solo lottando per il proprio salario. L’altra è una lotta politica che per ora non li interessa.

Credi che 95 dollari al mese (il guadagno attuale di un lavoratore del tessile) siano un salario sufficiente?

No, non si può vivere. 160 dollari, quello che chiedono, potrebbe essere un salario giusto, potrebbero anche mandare soldi alle famiglie di tanto in tanto con quella cifra.

Quanto pagate per vivere qui?

Tra i 30 e i 35 dollari al mese, dipende se la casa ha due piani oppure no (il secondo piano in realtà è un soppalco ndr). Ma con l’elettricità il costo arriva tra i 50 e i 60 dollari al mese.

Qual è il maggior problema della Cambogia in questo momento?

Le tasse e la corruzione, le tasse sono troppo elevate per via della corruzione. La corruzione è ovunque. La gente povera ha paura di chiamare la polizia anche quando ne ha bisogno, temono che gli chiedano soltanto soldi, mazzette. I poveri poi, sanno che contro i ricchi non hanno speranze.