I dischi non si vendono più ergo per non chiudere il bilancio in rosso, agli artisti non resta che la strada di un infinito everlasting tour. Magari prendendo spunto da un evento – Patti Smith sta girando in lungo e in largo con lo storico Horses nel quarantennale della pubblicazione, o più semplicemente mettendo insieme i rispettivi pesi specifi cial box office per suscitare effetto nostalgia e incassi monstre. Vedi alla voce Sting/Paul Simon, ma altre reunion a tema sono annunciate a breve. Ora a essere cattivi fino in fondo l’idea della «nuova coppia» Baglioni/Morandi insieme per dieci concerti dal 10 al 22 settembre al centrale Live del Foro Italico, che diventeranno sicuramente il doppio, con una coda all’estero, un dvd e un cd live e una «esclusiva» tv, sembra tanto una variazione sul tema «due al prezzo di uno».

Però a vederli scherzare nei novanta dicasi 90 minuti dell’incontro presentazione, showcase alla capitolina Casa del jazz, l’intesa fra i due ragazzoni del pop sembra funzionare. Scambio di battute e di ruoli, Baglioni il perfettino, il ragazzo di Monghidoro ruspante: «Invece di chiamarci Capitani coraggiosi (il titolo dello show ispirato al romanzo di Rudyard Kipling, ndr), dovevamo chiamarci Il pupo e il secchione». Insomma un fuoco di frizzi, lazzi e ricordi – e non potrebbe essere altrimenti visto che il solo Morandi ha inciso in 53 anni di carriera oltre 600 pezzi. Il primo incontro? Nel 1969 negli studi della Rca, quando Gianni era all’apice del successo e Claudio si affacciava portando due brani Signora Lia e Vecchio Samuel. Baglioni racconta: «al Buffet non ti ricordasti il mio nome, e mi chiamasti ’signora Lia’»….

Progetto in fieri, in realtà uno show già ben collaudato con un canovaccio (quasi) teatrale, 21 musicisti e una durata – che a guardare il rispettivo repertorio – non dovrebbe scendere sotto le tre ore a sera. Un saggio lo concedono già, chitarra e voce con i coristi in platea a dar man forte su rispettivi classici: Un mondo d’amore, C’era un ragazzo e quando attacca Poster, beh, anche il più cinico cede al lacrimone…